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Walpurgisnacht

  • Immagine del redattore: Irene Morselli
    Irene Morselli
  • 29 apr 2019
  • Tempo di lettura: 9 min

Come forse non tutti sanno, nella notte di Valpurga, i popoli antichi celebravano l’avvento della primavera, con danze, falò e cibo, era una festa in cui si bruciavano le cose vecchie dell’inverno per far spazio a quelle nuove, diffusa sia tra i celti che tra tutte le popolazioni nordiche. Con l’avvento del cristianesimo, questa tradizione è stata scambiata per riti stregoneschi, sabba, in cui le streghe incontravano il demonio loro sposo e facevano chissà quali atrocità, in particolare si pensava che tutto ciò avvenisse sul monte Brocken, il cui nome, pensate un po’, significa ‘pista da ballo delle streghe’. In questa zona, una santa che si chiamava Valpurga era l’unica, a dire dei germanici, che poteva fermare le streghe ed annullarne i riti, da qui il nome della festa che, badate bene, in Germania ed in altri paesi, e sul monte Brocken stesso, è ancora celebrata nella notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio. Bene, finita questa breve sintesi che era assolutamente necessaria, posso passare alla mia storia. Io, sebbene sia da sempre un nobile e trovi riprovevole e disgustoso stare mezzi nudi in un bosco a ballare sporchi di pittura, rami e decorazioni naturali di vario genere, da quando avevo 19 anni, non me ne sono persa nemmeno una. E sono sempre andato sul monte Brocken, dove ho conosciuto alchimisti, “streghe e stregoni”, semplici avventori curiosi, ed ovviamente dove la prima volta ho conosciuto alcuni colleghi. Ma andiamo là, 30 Aprile 1879, arrivai in volo al monte Brocken dopo aver abbandonato la casa di amici di famiglia, non miei, ovvero la casa di Sealtiel, per il nervosismo. Atterrai sulla cima che era il tramonto, guardai sorpreso le già tante persone presenti, era esattamente ciò che speravo di vedere, finalmente ero lì, non mi sembrava nemmeno vero. Volavo da otto giorni quasi incessantemente, mi era appena passata la rabbia per ciò che aveva fatto Sealtiel, ero talmente stanco che crollai stremato lì, davanti a tutti. - Permetti che mi intrometta nella tua storia? – - Se proprio devi, Asmodeus… - Nel frattempo all’inferno avevo già fatto tutti i preparativi per quella festa della primavera che avrei passato, come da tradizione, con Michael a Stonehenge, passai dalla porta senza andare direttamente in paradiso, volevo avvertire Caronte che uscivo, nel caso ci fossero problemi. Lo trovai stranamente a lavorare, ma davanti a tutte le anime che si lamentavano del tempo trascorso in fila, c’era Dispater dall’aria furiosa. “Ti dico che mi sono spariti degli incubi e delle succubi! I miei demoni non sono tornati nel girone stamattina!” “Ma Dispater, cosa ci posso fare io? Non so dove siano, non mi interessa nemmeno!” “In questo posto non funziona un cazzo! Un cazzo! Sono praticamente 70 anni che lo dico!” “Ehi Dispater, far funzionare i cazzi qui è il tuo lavoro!” Gli disse Caronte. Lui si mise le mani sui fianchi ridendo sarcastico. “Divertente. Asmodeus, non trovo più…” “Ah no, non mi interessa, shh, me ne parli domani! Io oggi sono impegnato, infatti volevo proprio dire che…” “Dove vorresti andare?” Mi chiese Caronte improvvisamente serio. “A… festeggiare la primavera, come ogni anno?” “Ah no, sapevo che ti saresti dimenticato! Devi andare a prendere un nuovo arcidiavolo!” “Che?? Oggi?? E quando me lo avresti detto?” “Diciannove anni fa!” “E tu pretendi che mi ricordi cose di diciannove anni fa?! Ma abbiamo da pochissimo un nuovo arcidiavolo! Swamy è arrivata 5 anni fa, che ce ne facciamo di un nuovo arcidiavolo?!” “A me risulta che due gironi siano attualmente vuoti, Asmodeus.” “Uffa… Lo vado a prendere domani.” “Ma oggi avrai la sua attenzione, domani no!” “Se se la tira così tanto può andare cortesemente a farsi fottere.” Dispater ridacchiò divertito appoggiato al leggio di Caronte. “Se è un arcidiavolo donna posso pensarci io a questo ultimo particolare!” Si grattò la testa. “Ma sì, anche se è un uomo magari… Ci rifletto.” Caronte si alzò sbuffando e mettendo un cartello sul tavolo dove c’era scritto che era in pausa. “Mi state stancando incredibilmente voi due, Asmodeus, una cosa hai da fare, falla!” “Da che pulpito! E dove dovrei incontrare questo stronzo?” “Sul monte Brocken.” “Oh! Oh! Ma dovevi dirlo prima, poverino, l’ho insultato senza motivo!” Mi girai a guardare Dispater che ancora sembrava pensieroso, mentre Caronte chiamava Cerbero allontanandosi. “So dove possono essere i tuoi incubi e le tue succubi, Dispater! Non c’è posto migliore del monte Brocken in questa notte!” “Perché, che succede sul monte Brocken?” “Una notte di perdizione, demonologia, sessualità spinta e festeggiamenti primaverili!” “E perché io non sono là con quei birbanti?” Ridacchiò mettendo le mani sui fianchi, lo strinsi alle spalle con un braccio. “Non mi toccare.” “Dispo, Dispo, Dispo! Senti io ho una festa a cui partecipare con Michael e non posso proprio non esserci… Così come non posso non accogliere un nuovo arcidiavolo! Quindi facciamo così, io mi presento a lui e gli do due dritte, tu gli spieghi tutto il resto ed intanto fai quel che ti pare alla festa.” “Oh capisco… Deve essere sostanziale vedere Michael praticamente ogni sera… Poi oggi… Mezzi nudi a danzare per la primavera…” Appoggiò la testa alla mia spalla sogghignando. “Stupido idiota depravato e pro gay!” Gli diedi una pacca dietro alla testa mentre Dispater scoppiava a ridere.

Mi svegliai in una tenda sotto una coperta di pura lana e mi guardai attorno sbadigliando leggermente. “State meglio?” “Avevo bisogno di riposare…” Mi strofinai gli occhi e guardai sorpreso la donna che mi stava porgendo il tè. Doveva avere circa quarant’anni, aveva dei capelli lunghissimi e ramati, ricci le cadevano sui seni coperti a malapena da una tunica scollata, che presentava anche un enorme spacco sulla gamba. Insomma, anche se mi vergogno a dire certe cose, avevo quasi diciannove anni e per, praticamente, la prima volta vedevo una donna coperta da un velo che si sarebbe tolto con un solo tocco, inoltre ero mezzo nudo anche io, la mia reazione era più che naturale. Arrossì cercando di non farlo notare, avevo avuto qualche esperienza con il sesso femminile, avevo già baciato una donna ed a sedici anni circa ero quasi entrato in intimità con lei, poi… Avevo desistito perché era davvero troppo vestita e sembrava fare di tutto per non lasciarsi svestire, a partire dal fatto che non mi aiutava in alcun modo dicendo che potevo fare tutto io! Sto divagando. La donna mi diede una tazza fumante ammiccandomi, se n’era accorta nonostante la coperta, forse mi aveva tradito la mia probabile espressione. “Siete qui per la festa?” “Assolutamente, siete una strega?” Rise divertita inginocchiata di fianco a me, poi mi appoggiò la mano calda contro al petto. “Sono una avventrice curiosa, come voi, presumo.” “Sì… Sì più o meno.” Prese due barattolini mettendomi le mani in faccia per disegnare qualcosa con la pittura, mi mise delle collane al collo. “Vi divertirete, i giovani si divertono sempre qui…” Annuì sistemandomi una corona di rami sulla testa, senza togliermi la coperta di dosso, volevo assolutamente che uscisse da quella tenda, nonostante il posto, non era certo una cosa cortese da far notare. “Sai.” La guardai sorpreso da quell’improvviso e maleducatissimo tu che mi diede. “Non nascondere un’erezione, bambino, sono sempre onorata di fare questo effetto ai giovani.” “Cosa?! Voi non…” Mi baciò facendomi sussultare, chiusi gli occhi stringendola alle spalle sempre più stupito mentre insinuava la sua lingua nella mia bocca. “Trovami se ti va.” Si alzò uscendo dalla tenda, rimasi cinque minuti buoni a fissare il nulla confuso, poi mi alzai sistemandomi la veste e togliendomi i pantaloni con cui ero arrivato, mi guardai stupito in uno specchio che era appoggiato lì, mi piacevo così, ed ora avevo un altro obbiettivo inaspettato per quella notte perché avevo tutta l’intenzione di trovare quella donna. Uscii dalla tenda e l’aria gelida che soffiava sul monte mi colpì subito, era bellissimo, mi sentii incredibilmente libero in quel momento, potendo stare svestito all’esterno, a quell’ora, senza sentirmi dire che mi sarei ammalato. Guardai entusiasta l’enorme falò già acceso e le persone, incredibilmente non mi sentivo nauseato dalla loro presenza, e mi sentii subito coinvolto dall’intera festa, dai riti, dalle danze e anche da quella musica assolutamente opposta ai miei gusti. Smisi comunque presto di ballare e quelle cose lì, sedendomi in un posto in cui non fossi d’intralcio ed ammirando tutto quello. Notai tra coloro che ancora giravano intorno al falò, la donna, il mio obbiettivo, e lei mi notò perché mi ammiccò, continuando però a ballare. Quando mi decisi ad alzarmi, quella notte non mi importava nulla di decoro, tradizioni, eleganza, quella notte eravamo io e la natura, Asmodeus fece un trionfale ingresso. Anzi, permettetemi il gergo che sto per usare…Fece una apparizione fottutamente d’effetto. - Davvero?? Ti piacque? – - Ammetto che mi ha quasi stupito. – - Quasi? Per favore Levistus, risparmiati i complimenti, non li sai fare. – Il fuoco cambiò colore diventando di un viola intenso, sembrò aprirsi in due e scoppiettare più forte. Asmodeus, nella sua piena forma demoniaca, ne uscì allargando le braccia e sogghignando a testa alta, tra lo sguardo stupito generale, nonostante molti fossero veterani di quel ritrovo, si vede che non succedeva poi così spesso che un diavolo apparisse in mezzo a loro. Non in quel modo almeno, anche io lo ero, e non ero il solo, ma non mi sarei mai sognato di apparire nella mia forma demoniaca. Anche io rimasi basito davanti alla comparsa di Asmodeus, subito seguito da Dispater, ma non mi esaltai come molti altri, sarà che in realtà mi aspettavo di vedere un diavolo o due e poi, confesso, ero più intrigato da quella promessa di poter perdere la verginità a quella che era già diventata la mia festa preferita.

“Quindi, chi stiamo cercando?” Chiesi ad Asmodeus, mettendo le mani sui fianchi mentre alcune delle persone presenti già cercavano la nostra attenzione. “Levistus Von Adelmann.” “Oh, ne so molto più di prima! Sarà una ricerca estremamente facile trovarlo tra questi invasati!” “Oh, te ne accorgerai, io mi accorgo sempre di chi è destinato ad essere un arcidiavolo. Comunque lo trovo io, tu aspetta.” Lo guardai allontanarsi, poi sentii tirare la mia ala, mi girai di scatto. “Io studio la magia e la demonologia da anni!” “E chi se ne fotte, baciami il culo!” Sussultai perché ammetto che io non mi aspettavo che si chinasse a farlo davvero. E chiamò anche altri a farlo! Ero sconvolto, e divertito. “Ooh sapete, ho contratti per tutti qui con me!” Mentre facevo firmare contratti a più persone possibile, non solo notai alcune delle mie succubi ed alcuni dei miei incubi che se la spassavano con chi già aveva preso sonno, o così credeva, ma notai anche la persona più strana che avessi mai visto, ovvero Levistus. Con i suoi capelli bianchi, la pelle pallida, era ancora più magrolino al tempo poi, e con passo incerto e sguardo deciso si stava avvicinando ad una delle donne che ancora danzavano. “Ehi Asmodeus, l’ho trovato!”

Prima che potessi raggiungere la donna, mi trovai Asmodeus davanti. “Levistus Von Adelmann.” Lo guardai sorpreso. “Sì… Sono io?” “Vuoi una conferma da me? Io la stavo cercando da te!” “Sì, sì, sono io! Cosa volete?!” Ammetto che lo chiesi con estrema arroganza, ero curioso ed interessato, davvero, ma i miei istinti mi chiamavano a tutt’altro. Dispater appoggiò una mano sul braccio di Asmodeus sogghignando a guardarmi. “Cosa abbiamo qui! Un piccolo vittoriano verginello!” “Io non sono un vittoriano! Io sono austriaco!” “Perché, i vittoriani allora chi sono?” “Gli inglesi, Dispater.” “E non sono piccolo, ho 19 anni!” “Io ne ho 93 e ho perso la mia verginità da entrambe le parti anni e anni fa, ora, non ti senti forse un moccioso al mio cospetto?” “Assolutamente no! E di verginità se ne ha solo una!” “È adorabile.” “Dispater, mi faresti fare il mio lavoro?” Chiese Asmodeus sospirando, penso che avesse altri impegni quella sera, anche se non riuscì a rispettarli. “No, Levistus, noi abbiamo da dirti cose importanti, ma, capiamo benissimo che tu abbia altri pensieri ora. Ora io ti dico come finire tra le gambe di quella donna e tu mi giuri che domani mattina quando ti sveglierai ci presterai totale attenzione.” Lo guardai punto nell’orgoglio da quell’aiuto che mi offriva, assolutamente non richiesto. “Perché mai pensate che…” “Shhh” Mi mise un dito sulla bocca sogghignando. “Chi tra noi due ha fatto sesso?” Lo guardai sconvolto spostandomi la sua mano dal viso. “Bene, allora?” “Domani vi presterò attenzione.” “Vai da quella donna e, prendendola di sorpresa, dille che l’hai trovata e chiedile cosa pensa di fare ora. Se ti chiede la stessa cosa, dille che tu hai una chiara idea di come si festeggia.” “Va… Questo è ridicolo! Come dovrebbe…” “Vai e smettila di infastidirmi!” Ammetto che scattai subito andando da lei, le spuntai alle spalle facendola sussultare. “Ti ho trovata, alla fine.” “Sono molto sorpresa, pensavo non ti saresti avvicinato.” “Cosa pensi di fare ora?” “Oh… Io ho le idee molto chiare.” Mi mise una mano dietro al collo baciandomi appassionata. Alla mattina mi svegliai da solo sotto la coperta della sera prima, mi era piaciuto molto più di quanto osassi immaginare, e non vedevo l’ora di rifarlo. Oh, giusto, pensavo di essere solo, ma appena mi misi seduto chiedendomi dove fosse finita quella donna, mi trovai sia Dispater che Asmodeus sdraiati di fianco. “Oooh sembra che qualcuno non sia più un verginello… Ma sei maggiorenne, vero? È considerata maggiore età?” “No… Ma è come se lo fossi!” “Caaazzo, questa cosa mi confonderà per sempre!” Mi sembrò davvero nervoso a riguardo. “Non posso proporti di fare altro a questo punto!” “Altro?” “Non ascoltarlo, Levistus, stai attento a me ora. Ti devo dire delle cose incredibili e toccherà a te fare una scelta a riguardo.”

Ovviamente sapete benissimo cosa ho scelto, sono un arcidiavolo dal 1879, appena compiuti effettivamente i miei diciannove anni a maggio. Quella donna? L’ho rivista, ad una festa in casa quando tornai dai miei genitori, ho scoperto che era una delle famiglie più nobili della città insieme alla mia, ed era perfino madre di una ragazza di sedici anni con cui mio padre voleva farmi sposare. Per fortuna, nonostante i miei genitori non volessero, avevo accettato di essere un arcidiavolo e per legge non potevo sposarmi. Insomma… Immaginate una semplice cena in famiglia… Sarebbe stata oltremodo imbarazzante.


 
 
 

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Ciao, mi presento!

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Ed eccomi qui, pronta ad annoiarvi con una lunga e soporifera biografia. 

Nacqui nel lontano 1994 lo giorno 26 del mese di aprile. 

No, sto scherzando! A parte sul giorno di nascita, quello dovete ricordarlo perché ci tengo al mio compleanno! 

Semplicemente sono entusiasta di aver finalmente concretizzato questo progetto su cui lavoro, di fatto, da anni, anche se ho iniziato a scrivere il mio libro da molto meno tempo.

Su di me non vi dirò molto proprio perché sono certa che avremo modo di conoscerci un po' sia su facebook che su instagram, insomma, le pagine che servono a questo, e perché no, anche tramite la mia scrittura! 

Voglio però parlarvi del mio progetto, che è la cosa che conta di più, ma il progetto per me. Adhara è un sogno che finalmente sta prendendo vita, grazie anche al grande aiuto di persone che come me ci credono davvero! 

L'unica cosa che sento di aggiungere a questa falsa descrizione dell'autrice è che la cosa più importante quando avrete a che fare sia con il libro in sé che con le storie è che vi divertiate come mi sono divertita io nello scriverle. 

A questo punto, via, che ci fate ancora qui?

Andate a leggere! 

© 2018 Irene Morselli

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