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Patrigni

  • Immagine del redattore: Irene Morselli
    Irene Morselli
  • 29 mar 2019
  • Tempo di lettura: 14 min


La donna lo accarezzò delicatamente al viso per poi appoggiare la mano sulla sua barba bianca, sorrise serena come le era tipico coperta appena da un lenzuolo di seta nero. “Sai Eddy…Ormai ci frequentiamo da un bel po’ di tempo…” “Già! Ed io che pensavo che sarei andato all’inferno…” “Ed invece? Non dire una cosa tipo: ed ho incontrato il paradiso, che ti assicuro che non mi sorprenderesti!” Ridacchiò incrociando gli occhi divertiti di lui. “No cacchio, per chi mi hai preso, per John?” “Cosa stavi dicendo?” “Che ho incontrato il paradiso!” Scoppiarono a ridere. “Eddy, penso che sia ora di presentarti i miei assistenti…Anche se…Li ho sempre definiti i miei figli.” “Figli?? Tu hai dei figli??” “Beh, li ho cresciuti io!” “Oh! Oh! Non vedo l’ora di conoscerli!”


Patrigni


Stavo leggendo su una delle mie sedie preferite in sala da pranzo, Zia Morte mi aveva lasciato l’intero giorno libero dicendomi che avrei dovuto rilassarmi il più possibile perché avevo una cosa importante da digerire. Ero perplesso in verità perché non ho mai fatto fatica a digerire niente, nonostante il fatto che mangio pochissimo in generale. In ogni caso, passai finalmente una giornata chiuso in casa a leggere e mangiare gelato e bere bibite gassate, oh io le adoro, solleticano tutto quando le bevi d’un fiato! Dicevo, era quasi ora di cena e Zia Morte non era in casa a cucinare, questo era strano. Sentii bussare alla porta, ed era ancora più assurdo perché Zia Morte non bussava per rientrare in casa nostra. Mi alzai sentendo che il suono veniva ripetuto in modo fastidioso e capendo di chi si trattasse. “Yehudiah…” Mi bussò contro al petto mentre diceva qualcosa a Gretchen, la sua fidanzata, si girò a fissarmi e scoppiò a ridere. “Ehi Azzy! Sei duro come una porta oggi!” “Che ci fate qui?” “Zia Morte ci ha invitato a cena, deve presentarci una persona!” “Una persona? Chi? Vengono le sue amiche?” “Ma quelle le conosco già!” Mi disse allibita entrando in casa tirandosi dietro Gretchen che mi salutò timidamente. “Ma scusa, a te non ti ha detto nulla?” “No…Ha detto di rilassarmi che dovevo digerire stasera.” “Oh no, non dirmi che fa il salmone, quello è indigeribile alla sera!” Gretchen strinse la mano di Yehudiah dicendole qualcosa nell’orecchio, lei fissò sorpresa davanti a sé per poi stringere la sua fidanzata al collo. “Oh ma sei proprio un piccolo genietto! Chi è il mio piccolo genietto biondo??” “Ah!! Smettila!” Rise allegra lei sistemandosi le decorazioni delle trecce. “Cosa? Che succede?” “Dai Azzy, siamo entrambi qui, mi ha detto che deve presentarci qualcuno, per te sarà difficile da digerire…Zia Morte ha il fidanzato!” “Quale fidanzato?” “Non lo so, ce lo deve presentare!” Scoppiai a ridere e poco dopo si mise a ridere con me Yehudiah, perplessa. “Ma no, sarà una torta gelato!” “Eh?” “Deve essere una torta gelato!” Gretchen ci guardò entrambi per poi arrossire andando in cucina. “Non vi dispiace se apparecchio, vero?” “Metti anche i cucchiaini! Anzi, le forchettine, le torte gelato sono un po’ dure.” “Azrael…” Vedemmo la porta aprirsi, Zia Morte ci sorrise sulla soglia tenendo la mano ad un uomo. “Ragazzi, siete già qui! Lo conoscete già Edward Kelley? Noi…Stiamo insieme da qualche mese!” Guardai Yehudiah che mi fissò soddisfatta per poi sorridere a Zia Morte ed Edward Kelley, che ovviamente conoscevo benissimo da tempo. “Ciao ragazzi, Edward Kelley sì, ma potete chiamarmi Edward.” “Io sono Yehudiah e lui Azrael, molto lieta!” Gli strinse la mano allegra, poi la porse a me. “Tu non sei una torta gelato.” Non seppi dire niente di meglio in quel momento. A cena chiacchieravano tutti, come se avere quell’uomo in casa fosse la cosa più normale del mondo, ma Edward Kelley era un essere insopportabile, alchimista, falsario, bugiardo e soprattutto mi ha fatto perdere un sacco di tempo ogni volta che non moriva! In aggiunta a tutto questo…Stava cercando da tutta la durata della cena di piacere a noi. “Pensate ragazze che ero a tanto così da scoprire un perfetto elisir per l’immortalità!” Gretchen lo guardò ammirata mentre Yehudiah ridacchiava divertita. “Oh, ci credo!” “No no, è vero! A tanto così! io e John lavoravamo bene insieme! Ma alla fine non sono poi così pentito di non esserci riuscito, insomma, quando conosci la Morte non vuoi più allontanarla.” Zia Morte ridacchiò alzandosi dal tavolo prendendo i piatti vuoti. “Ah! Che razza di adulatore!” Rise andando in cucina. “Lavoravate bene insieme prima di scambiarvi la moglie.” Dissi io, ero serio, non volevo stuzzicarlo o tirare fuori cose oscene, era la realtà, Edward Kelley ha davvero proposto al suo migliore amico uno scambio di mogli! Yehudiah lo guardò sorpreso con un sorriso idiota sulla faccia, accavallò le gambe appoggiando il viso alla mano. “Oh mio Dio, e l’hai convinto? No, questa me la devi proprio raccontare, Eddy!” “Eddy!? Ha un nome, chiamalo con quel nome! Anzi, chiamalo con il suo cognome!” “Ma no, Azrael, mi sta bene Eddy! Allora Yehudiah, è iniziato tutto quando sono entrato in contatto con l’arcangelo Uriel.” Yehudiah bestemmiò sorpresa ridendo. “Uriel!? Cazzo dovevo fidarmi del mio istinto quando mi urlava dentro che era un porco da provare!” Gretchen la guardò male mentre Yehudiah ridacchiò accarezzandole i capelli. Zia Morte tornò con il dolce, che a mia gran sorpresa non era nemmeno una ciotola di gelato, era una specie di tortino che puzzava di mele marce! Spostò sorridendo un ciuffetto di capelli bianchi sulla fronte di Edward. “Sei proprio un tipo particolare tu!” Ridacchiò, lui le prese la mano baciandola. “Un tipo particolare per una tipa particolare!” “Oh smettila, vuoi solo conquistare i miei ragazzi.” “Mi hai beccato!” Saltai in piedi sbattendo le mani sul tavolo, ammetto di aver perso il mio normale autocontrollo. “Ma vi sembra normale tutto questo!? State qui a mangiare cose che non sono gelato e a parlare come se vi conosceste da secoli!” “Ma Azrael, ci conosciamo da secoli!” Mi disse sorpresa Zia Morte. “E allora perché è qui solo ora?!” “Stavo scontando qualche peccatuccio…È un tortino di mele cotogne, Azrael, provalo!” “Mi da la nausea!” “Oh Dio, sapevo che sarebbe successo!” Guardai solo un attimo Yehudiah che si faceva comparire dei popcorn in mano sogghignando. “Ecco, anche questo è assurdo, non è normale! Questo tizio viene qui a fare il simpaticone senza nemmeno una torta gelato, lo presenti come il tuo fidanzato ed all’improvviso tutti amici!” Zia Morte mi guardò pacata come sempre unendo le mani insieme. “Azrael, stai facendo una scenata, ti sembra il caso?” “Sì! Non è una scenata! È pura razionalità!” “No Azrael, è una scenata. Quanti anni hai Azrael?” Mi misi a braccia conserte nervosissimo, ancora di più quando vidi Edward sorridere appoggiando la mano sul braccio di Zia Morte. “Dai campione, non fare così, dobbiamo solo conoscerci meglio!” “Campione?!” digrignai i denti ancora più arrabbiato. “Io so tutto di te, Edward Kelley, io so tutto di tutti, ancor prima che nascano!” “Oh via, Azrael, io voglio bene a Zia, diventeremo amici!” “Questo è troppo, basta! Io me ne vado!” Andai all’attaccapanni cercando di prendere il mio mantello che si doveva essere impigliato da qualche parte, lo strappai per sbaglio dalla rabbia, ed ancora più furioso me ne feci apparire un altro sulle spalle. Aprii la porta girandomi verso Kelley. “E quello era il mio mantello preferito!!” Sbattei la porta andandomene.

Yehudiah scoppiò a ridere appoggiando la scatola vuota di pop corn, afferrò Gretchen al braccio. “Ok, anche noi torniamo a casa, ma Eddy, sono lieta di averti conosciuta, dovresti venire sulla mia nave una volta, magari peschiamo!” “Oh!! Mi piacerebbe moltissimo Yehudiah!” Gli fece l’occhiolino mentre Gretchen salutava. Rimasti soli, Edward e Zia Morte si guardarono, lui sospirò avvilito. “Vai da Azrael, ha bisogno di te, gli devi sempre dare assoluta precedenza.” Lei gli sorrise stringendogli la mano. “Lo conosco, ha bisogno di stare da solo, o di parlare con il suo migliore amico, casomai domani mattina gli telefono se non lo vediamo rientrare…Non essere così triste, lo conquisterai, ci sei riuscito con me.” Appoggiò la testa sulla sua spalla. “Sai, potreste fare qualcosa insieme per conoscervi meglio, Azrael è un ragazzo un po’ difficile, ma sa affezionarsi! Ti adorerà, non è da te buttarti giù.” “Giusto!! Hai ragione, lo conquisterò!"

Ero rannicchiato su un ramo avvolto nel mio mantello, mentre giocavo con la mia falce. Avrei potuto crearmi qualche libro, ma ero talmente arrabbiato che mi venivano in mente solo titoli pessimi con cui passare la notte, cose ridicole come…Come…50 sfumature di grigio, che non ho mai capito a pieno (perché fare tutte quelle cose se non vuole ucciderla? Davvero genera semplicemente piacere?), il diavolo veste Prada (mai visto Asmodeus vestire Prada, nonostante abbia dei gusti sofisticati), e moltissimi libri di ragazzini che ho scoperto essere famosi grazie al computer! “Ehi, Azrael!” Riconobbi la voce ma non abbassai lo sguardo per osservarlo. “Dai Azzy! Che succede?? Usciamo da questa brutta foresta, andiamo in gelateria! Così ne parliamo!” “Non è brutta, Rem, è malinconicamente e intimamente tetra.” “Uhm…Ok.” “Però ho bisogno di un gelato.” Andammo in gelateria e mi concessi una coppa gigante mentre Remiel mangiava dal suo cono. “E quindi mi arriva Zia Morte, con Edward Kelley, dicendo che stanno insieme e con tutta l’aria di farlo piantare in casa nostra! Nostra, Remiel!! Ci siamo sempre stati solo io e Zia Morte, nessun altro, a parte un breve periodo con Yehudiah, beh, non voglio quel tizio che prova a fare il padre, ho così tanti anni che non mi ricordo nemmeno più quanti siano, ho già un padre, non ne voglio uno nuovo!!” Remiel mi guardò perplesso poi sorrise. “Ma Azrael, tu non hai mai avuto un padre!” “Certo che l’ho avuto, altrimenti come sono nato??” “Certo ma…Non intendevo…Intendevo che non lo hai conosciuto!” “Certo che l’ho conosciuto! Solo che non ricordo chi fosse, come fosse fatto e se abbiamo passato del tempo insieme…Beh ho tanti anni non ho bisogno di un padre!” “Ma qui non si parla di te, insomma, non è bello che Zia Morte sia felice??” “No. Lo era già. La felicità non dipende da altre persone.” “Ok, è vero ma…Intendo…Non è importante che si trovi bene con qualcuno? Insomma, sei grande, se le vuoi bene puoi capire il suo desiderio di stare con qualcun altro…Non lo vedrai nemmeno spesso, sei sempre a lavorare…” “Quell’uomo è un pazzo, ha scambiato sua moglie con quella del migliore amico!” Remiel scoppiò a ridere annuendo. “È vero, è vero! È stato Uriel a dirgli di farlo!” “Ma…Cioè è stato Uriel davvero? Io pensavo fosse una scusa…” “No, no, Kelley ha sempre voluto dei figli, ma non riusciva a farli, e contattava di continuo gli arcangeli per chiedergli una soluzione, e per altre cose, ma quelle le sa Uriel, era lui che era sempre in giro con Kelley…Che dicevo? Oh sì, comunque Uriel, stufo della cosa, un bel giorno ha pensato che se avesse scambiato la moglie con l’amico, probabilmente l’amico l’avrebbe messa incinta, Kelley avrebbe creduto fosse proprio suo e avrebbe smesso con questa storia!” “Va beh non mi interessa!” Sospirai guardandolo. “Pensi che a Zia Morte possa davvero far bene avere Kelley di fianco?” “Zia Morte è una creatura eterna, se non sa lei come comportarsi con lui, nessuno lo sa! Ti basterà spiegargli che non vuoi più di un normale rapporto di conoscenza con lui e vedrai che ti lascerà in pace e ti eviterà il suo affetto paterno.” “Grazie Remiel.”

Il giorno dopo che tornai, Zia Morte mi svegliò al solito orario con una brioche piena di gelato. “Azzy, oggi hai tutto il giorno libero.” “Davvero?? Evvai, ho giusto una decina di libri da finire e…” “Ma vorrei che tu facessi una cosa per me.” “Oh…Ok…” “Riuscirai ad avere tempo per i tuoi libri e quando tornerò dal mio giro te ne porterò di nuovi.” “Ok, cosa dovrei fare?” “Vorrei che passassi un po’ di tempo con Edward.” “Dai campione, ci divertiremo un sacco!” Era la prima volta che le parole di Remiel si rivoltavano anche contro di me. Mi stavo lavando i denti mentre Edward, seduto sul mio letto, parlava allegro. “Potremmo andare a pescare con tua sorella!” “No. E non è mia sorella.” “Forse dovreste parlare meglio di questa cosa, non fa male esternare un po’ i propri sentimenti, Azrael. Ok, ti piace il baseball? Cioè, per me è stata una cosa nuova, ma è divertente! Con mio padre ci giocherei, anche se passavamo il tempo in altro modo…Ma solo perché non esisteva un gioco così bello!” “No, odio lo sport.” “Oh, ma dai…Anche da vedere? Ti porto ad una partita di qualsiasi cosa!” Mentre mi guardavo le occhiaie allo specchio notai la terribile maglietta che indossava, con una frase sui padri, aveva una fissa per la paternità. “No.” “Ok allora…Un cinema?” “No.” “Un pub! Ti porto al pub! Ci beviamo qualcosa e parliamo del tuo lavoro o di qualche ragazza che ti piace!” “Non mi piace nessuno e non mi piace nemmeno bere. Entrambe le cose sono uguali tra loro.” “Forse dovremmo parlare di questo…” “Non ho nessuna intenzione di parlare con te!” “Ok, allora…Andiamo a Praga! È bella Praga, soprattutto ora che non ci sono folli ossessionati dagli alchimisti che vogliono ucciderti! Forse…” “Conosco ogni città in questo pianeta.” “Ehi, ci sto provando, certo non sei collaborativo…Azrael, capisco che possa essere difficile, ma faccio del mio meglio, ci divertiremo!” “No.” “Ti mostro come aprire un cadavere?” Mi asciugai il viso girandomi a guardarlo esasperato. “L’interno delle persone è interessante quanto l’esterno, per nulla!” “Dovremmo seriamente parlare di questa cosa…” Si mise ad accarezzarsi la barba pensieroso, poi sorrise. “Tassidermia??” “Non mi piace collezionare animali morti, gli scheletri forse, ma non vedo perché dovrei farlo io stesso.” “Ti mostro qualche filtro alchemico, come falsificare monete, banconote, ti mostro quale cappello si addice di più al tuo outfit, scriviamo, disegniamo…Erboristeria??” Lo fissai serio per poi mettermi i pantaloni e sedermi sul mio letto. “Giochiamo a dama!” “Beh…Una partita magari…Ma preferisco gli schacchi.” “Perfetto! Giochiamo a scacchi!” Mi alzai dal letto aprendo il mio armadio, dove temevo solo la scacchiera e libri che non sapevo più dove impilare, mi girai notando il suo sguardo pensieroso. “Cosa? Se preferisci giocare tipo con Uriel o con Yehi, fallo, non ti trattengo.” “No no, vieni qui e perdi da uomo!” Rise allegro mentre appoggiavo la scacchiera sul tavolino. Dopo un po’ che giocavamo, gli mangiai l’ennesima pedina raggiungendo il fondo della scacchiera dal suo lato e rendendo la mia la torre che mi aveva mangiato. “Mi stai lasciando vincere?” “No!” “Credi che farai amicizia con me lasciandomi vincere a scacchi?” Ci fissammo, sorrise appoggiando il viso alle mani. “Sai Azrael, mi ricordi vagamente il mio primo figlio, all’inizio, era così scontroso, però alla fine ci adoravamo.” “Non andrà così…Sapevo che non avevi figli…” “Mia moglie li aveva, quindi io li avevo!” “Ma…Beh non credere che inizierò ad apprezzarti in qualche modo.” “Ok…Ok…Peccato però…” Mi mangiò all’improvviso la regina. “In realtà abbiamo moltissimi interessi in comune ed entrambi amiamo Zia Morte! Scacco matto.” Guardai allibito la scacchiera studiandomi tutte le mosse possibili, che non cambiavano la mia situazione di sconfitto. Edward si alzò stiracchiandosi. “Direi che ti lascio alla tua lettura ora, non vorrei mai stare qui più a lungo senza che anche tu lo voglia!” “Alla fine sei perfino intelligente.” “Sei proprio come me, dici tutto ciò che ti passa per la mente! Attento a non farti defenestrare.” “Io ho le ali.” “Beh, ti saluto Azrael, peccato però, volevo davvero tanto farti vedere la mia libreria…E tutto ciò che ho salvato dal rogo di quella di John Dee…” Lo guardai uscire dalla mia stanza, mi alzai di scatto, conoscevo benissimo le loro librerie, ma essendo che lo spirito di Kelley mi era scappato quando andai a prenderlo, non potei fermarmi a curiosare e dalla rabbia mi passò di mente. Si dice che abbia testi antichissimi, e Dee più di lui! “Ma…Dove…Dove sarebbe questa libreria?” Edward sorrise girandosi poi verso di me, mettendosi le mani dietro la testa. “Vieni con me e te la mostro…Poi se trovi qualcosa che ti piace, puoi aggiungerlo alla tua, hai una collezione davvero notevole!” “Davvero!? Posso prendere i tuoi libri!? Quale pazzo insano di mente farebbe prendere a qualcuno i suoi libri?! Te l’ho detto che sei un matto!” “Allora, vieni?” Devo ammettere…Che ho ricordi davvero piacevolissimi di quel pomeriggio, la libreria segreta che aveva e che, per evitare che qualcuno possa entrarci al di fuori di me e Kelley, non rivelerò dov’è ubicata, era enorme, suggestiva, polverosa, odorosa di carta e antichità, le sue carte erano una miniera di nozioni interessanti e Kelley rispondeva ad ogni domanda che mi veniva in mente e mi ha lasciato leggere sul suo divano ad angolo per tutto il pomeriggio! Tornammo a casa a tarda sera, dopo che avevamo mangiato una pizza all’interno della libreria, passammo prima a prendere un gelato che fu così gentile da offrirmi. “Quindi posso tenerli tutti?? Davvero? E posso tornare nella libreria a mio piacere? Posso prendere anche altri libri? Posso aggiungerci i miei che non ci stanno? Ho pensato che metterò in camera mia quelli più antichi e preziosi, così saranno davvero al sicuro, e farò spazio nella mia per loro, togliendo quelli brutti. Non ho cuore di buttarli e non ho tempo di portarli in biblioteca! Non voglio poi che poveri lettori ignari leggano certe porcherie!” Edward rideva dietro la pila di libri che stava portando lui in casa perché io avevo le mani impegnate dai gelati. Zia Morte ci sorrise contenta vedendoci rientrare insieme. “Zia, posso avere qualche altro giorno libero?? Ti preeeego!” “Ma sì, Zia, dai, sono certo che Azrael recupererà in frettissima il lavoro dopo!” Aggiunse Edward appoggiando i libri. “E va bene, nessun problema.” Esultai mettendomi il cono in bocca e prendendo la pila di libri correndo verso la mia stanza, tornai ad affacciarmi alla porta. “Non pensare che ora tu mi stia simpatico o che voglia sentirti ogni giorno in casa!” “No, certo che no!” Edward strinse in vita Zia Morte ridendo, poteva essere anche una bella convivenza, con il mio lavoro non lo avrei visto praticamente mai! Così pensavo almeno… Nelle mattine successive me lo trovai sempre in camera, con qualche consiglio, con delle battute che avrei voluto non capire mai, in dolci effusioni con la Zia (e questo era il peggio), ed a trascinarmi a fare anche attività che odiavo. I giorni liberi li avevo chiesti per i libri non certo per lanciare una palla tra le mani di Edward, e presi una decisione dopo aver chiesto il permesso a Zia Morte. Andai nel girone dei lussuriosi, direttamente da Dispater, cercando di evitare di guardarmi attorno, altrimenti le sue succubi mi trattengono per ore prima di lasciarmi libero a fare il mio lavoro. “Dispater!” Lo trovai attaccato ad un trapezio attaccato al soffitto, che si teneva con le ginocchia. Tutt’ora non ho idea di cosa stesse facendo. “Azrael!? Oddio, non è la mia ora, vero? Non cadrò dal trapezio rompendomi l’osso del collo!” “Non sono qui per questo, voglio i tuoi Incubi e le tue Succubi, tutti, entro i 15 anni di età!” “Eh?? Perché mai?? Sono minorenni, rimangono nel girone fino a 15 anni! Attento a quel che stai per dire!” “Voglio dar loro un padre disperato in cerca di figli bisognosi di lui.” “Ok…Quanto è vecchio? perché vuole dei bambini?” “Istinto paterno, è davvero bravo, o almeno, lo sarebbe con bambini che vogliono giocare, divertirsi e ridere!” “Ok…Ok! Mi hai convinto, ma vi tengo d’occhio.” Quando tornai a casa, Edward stava dormendo sulla poltrona con le mani incrociate sul petto. “Edward, Edward! Edward svegliati!” “Eh? Che succede, campione??” “Svegliati, vieni, vieni con me, ho una sorpresa per te, non starai nella pelle, vieni!!” Lo afferrai alla mano tirandolo in sala da pranzo, Edward mi guardò sorpresissimo, Zia Morte apparve in quel momento alle sue spalle sorridendo. Io scoprii il cestone con cui avevo portato tutti i demoni del girone dei lussuriosi. “Ta daan! Bambini, tutti per te, non vedono l’ora di averti come papà!” L’espressione di Edward era davvero indecifrabile, appoggiò le mani tremanti sul tavolo guardandoli nella cesta che lo fissavano a loro volta confusi e curiosi. “Oh mio…Sono tutti miei? Tutti? Ovvio che sono tutti miei! Zia, possiamo?? Sono i miei bambini!” Strinse il cestone con gli occhi lucidi mentre i demoni lo toccavano sul viso curiosi tirandogli la barba. “Certo che possiamo!” Li guardai solo un secondo così felici in mezzo ad almeno 20 demoni appena nati, finalmente libero, corsi nella mia stanza a leggere.

Le parole di Remiel sono più avverse di quanto avrei mai osato pensare, una domenica, Zia Morte ovviamente lavorava, ma stranamente mi aveva lasciato il giorno libero, Edward riuscì a trascinarmi sulla barca di Yehudiah con tutti e venti i demoni! E mentre loro giocavano felici sul ponte scambiandosi un pallone, sotto lo sguardo premuroso di Gretchen, Edward e Yehudiah pescavano mentre io li fissavo annoiato seduto sul parapetto. “Oh, Azrael mi ha detto che sprizza di gioia con la casa piena di demoni!” “È stata una pessima idea…” mormorai sbuffando, mentre Yehudiah mi fissava sogghignando. “Vedo che anche Gretchen li adora, sarebbe una madre bravissima! State insieme da secoli, Yehi, sarebbe ora di avere dei figli, e pensa che bellezza, potete portare una gravidanza a testa!” “C-cosa?!” Scoppiai a ridere guardandola. “Ti sta bene! Dai Yehi, rendimi zio!” Mi spinse giù dal ponte prendendomi di sprovvista e finii in mare, riemersi agitando le braccia e, ammetto, imprecando contro di lei. “Maledetta! Aiutami ad uscire da qui! Ti detesto! Zia Morte doveva lasciarti per conto tuo!!” “Ma sa nuotare??” Chiese Edward preoccupato. “No, è questo il divertimento.” “Oh no, Azrael, arrivo!!” Si tuffò in mare afferrandomi in vita. “Non sto affogando, lasciami!! Non ho bisogno di aiuto!” “Ci penso io, stai tranquillo!” “Io sono tranquillo! Ti odio!!” Sentii Yehudiah ridere sul ponte. “Alla vostra, Azzy, al nostro nuovo papà!” Rise più forte mentre mi dimenavo per farmi lasciare da Kelley ed al tempo stesso per tornare all’asciutto. Ho peggiorato le cose con i demoni, e Kelley passa il tempo senza Zia Morte con tutti quelli che ritiene abbiano bisogno di un padre, è stato perfino nell’antro delle Furie, ed ultimamente sta spesso con Jorgos. Ma non mi lascia mai, non trova un sostituto… Lo odio. Lo odio, dannazione!!

 
 
 

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Ciao, mi presento!

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Ed eccomi qui, pronta ad annoiarvi con una lunga e soporifera biografia. 

Nacqui nel lontano 1994 lo giorno 26 del mese di aprile. 

No, sto scherzando! A parte sul giorno di nascita, quello dovete ricordarlo perché ci tengo al mio compleanno! 

Semplicemente sono entusiasta di aver finalmente concretizzato questo progetto su cui lavoro, di fatto, da anni, anche se ho iniziato a scrivere il mio libro da molto meno tempo.

Su di me non vi dirò molto proprio perché sono certa che avremo modo di conoscerci un po' sia su facebook che su instagram, insomma, le pagine che servono a questo, e perché no, anche tramite la mia scrittura! 

Voglio però parlarvi del mio progetto, che è la cosa che conta di più, ma il progetto per me. Adhara è un sogno che finalmente sta prendendo vita, grazie anche al grande aiuto di persone che come me ci credono davvero! 

L'unica cosa che sento di aggiungere a questa falsa descrizione dell'autrice è che la cosa più importante quando avrete a che fare sia con il libro in sé che con le storie è che vi divertiate come mi sono divertita io nello scriverle. 

A questo punto, via, che ci fate ancora qui?

Andate a leggere! 

© 2018 Irene Morselli

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