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Somebody to love

  • Immagine del redattore: Irene Morselli
    Irene Morselli
  • 3 dic 2018
  • Tempo di lettura: 8 min

Era Novembre del 1991, per i veri appassionati del rock una data piuttosto triste...É rock, vero? - Dannazione Barachiel quanto sei ignorante, ma che musica ascolti tu? - - Non sono un appassionato...A me va bene tutto! - Comunque, non sono mai stato un fan sfegatato di qualcuno o qualcosa, ed anche nella sala comune degli arcangeli ascolto ciò che mettono gli altri. Quel giorno era arrivato prima Michael a mettere su una stazione (sì, prende molto bene da noi la radio terrena!), e lui sì era un fan, è ancora un fan del rock, tra i Beatles, i Led Zeppelin, i Rolling Stones e...É rock, vero? - Io non ci parlo più con te, me ne vado. - - Ma Levistus, perché mi giudichi? Tu ascolti solo classica! - - Eppure conosco gli altri generi musicali comunque! - É intrattabile Levistus, per fortuna se n'è andato così posso raccontare la storia senza tagliare troppo. Beh, stava lucidando la spada mentre canticchiava una canzone dei Queen, non chiedetemi quale fosse, davvero, quando lo speaker, con una voce alquanto triste, disse che quello era un omaggio ad una delle voci migliori del secolo, per celebrare la sua morte, avvenuta il giorno prima. A Michael cadde la spada dalle mani, si alzò pallido in volto. “Mike...Va tutto bene?” “É morto Freddie Mercury...” Sorrise all'improvviso esultando. “É morto!!!” “Ehm...Ok?” “Vado a prenderlo, dev'essere sicuramente qui! Vieni con me, ti presento Freddie Mercury!” Non voleva davvero presentarmi il cantante, volevo solo che lo aiutassi a portare tutte le sue cose sui Queen per farsele autografare. “Pietro, Pietro, dov'è Freddie???” “Chi??” “Freddie Mercury! Il cantante dei Queen!” “Un tizio strano con i baffi?” “Non era un tizio strano, era Freddie Mercury!” “Beh, sarà in fila da Caronte.” Non avevo mai visto Michael così arrabbiato, iniziò ad urlare e a lamentarsi per quella scelta di Pietro, lui, poveretto, era arrossito tutto e mi guardava confuso mentre Michael diceva peste e corna del sistema del paradiso. “Michael, ti assicuro che Freddie aveva un regolare contratto con...” “Non mi interessa con chi! Per quale motivo avrebbe venduto l'anima?” “Bohemian Rhapsody.” “Ma non ci credo nemmeno se vedo il diavolo scrivergli lo spartito!” “Penso che uno spartito si componga, Michael, non che si scriva...” Dissi io, forse era il momento sbagliato perché si arrabbiò solo di più. “Senti, se non pensi sia lecito, andiamo da Baron ad annullare la sentenza.” Questo lo fece calmare, andammo all'inferno dove, davanti alla porta, c'era un vero e proprio concerto, osservai l'uomo che cantava e dallo sguardo di Michael capii che doveva essere Freddie Mercury. Un gran bell'uomo, se mi concedete di dirlo, davvero un gran bell'uomo. Notevole anche nella voce. Non il mio tipo, ma si poteva apprezzare. “Oddio Barachiel, rimani qui e fammi firmare tutte queste cose, io vado ad assicurare a Freddie il paradiso!” Michael mi lasciò tutto tra le braccia andando via di corsa, io mi avvicinai a dove stava cantando e notai Seirim in prima fila. “Ciao, anche a te piace Freddy?” “Freddie, Barachiel, Freddie.” “Ma...Sto parlando, come puoi dire che lo avrei scritto male?” “Ne sono assolutamente certo. Comunque no, non è il mio genere, ma mi piace molto lui.” “Non penso avrai molte possibilità, chissà quante donne ha avuto quello lì.” “Seriamente? Che razza di gay sei tu?” “Io non sono gay...” “Beh, Freddie sì. Ed indovina chi starà con lui?” “Dispater?” “Cosa?! No, io! Beh, e forse Dispater.” Ero già innervosito da quel tale, approvavo all'improvviso l'ostinazione di Michael nel volerlo in paradiso. Freddie smise di cantare dicendo che per quanto fosse felice di quel pubblico, non poteva certo cantare per l'eternità, e mi guardò. “Hai qualcosa da farmi autografare, vedo!” “Ah sì, sono per un amico, li puoi firmare tutti?” “Posso firmati ogni cosa...” Mi guardò strano e Seirim, appena Freddie prese il primo disco da firmare abbassando la testa, mi diede un pugno contro al braccio. “Il solito fortunello bastardo.” Io vi assicuro che non avevo capito. “A chi lo dedico?” “A Michael.” “È il tuo amico?” “Sì, è un suo grande fan, signor Mercuri.” “Mercury è con la y.” “Ma che...” “Sei assolutamente perdonato. Tu sei invece? Posso darti del tu?” “Barachiel, ci mancherebbe, signor Mercury.” “Puoi chiamarmi Freddie, o, insomma, come ti pare.” “Freddie andrà bene.” “Sei di questa zona?” “No, io sono del paradiso, il mio amico sta cercando di annullare il tuo patto, Freddie. Ma con chi lo hai fatto?” “Con...” “Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta, Barry!!” Esultò Michael arrivando con un foglio timbrato come annullato. Si morse il labbro saltellando davanti a Freddie che gli stava firmando le cose. “Beh Freddie, sembra che verrai in paradiso con noi.” “Oh questa è una bella fortuna.” “Te lo sei meritato! Sono venuto a ogni tuo concerto!” Michael parlò talmente tanto da dimenticarsi ogni cosa che si era fatto firmare, anticipazione, non ne ha ritrovata nemmeno una quando è tornato indietro. Dopo che Pietro assegnò una zona a Freddie, io me ne andai nelle mie stanze. La mattina dopo sentii bussare e me lo trovai davanti. “Ciao, mi chiedevo se potresti farmi vedere un po' i dintorni ecco.” “Oh, certo, nessun problema, hai chiesto a Michael? Sono certo che sarebbe più che lieto di...” “É impegnatissimo, sai, cose da arcangeli!” “Ha accennato a riunioni per caso? No perché altrimenti non sono stato informato...” “No, no, cose da arcangelo Michael.” Non avevo capito, nuovamente, ma mostrai tutto il paradiso a Freddie e mangiai anche in sua compagnia, era simpatico Freddie, mi raccontò molte cose su di lui, sulla musica, ma mi scordai di chiedergli di nuovo con chi avesse fatto il patto. Non era uno che monopolizzava il discorso come qualcun altro di mia conoscenza (Dispater), e mi chiese anche molto su di me. “Io devo essere onesto con te, Freddie, non ho mai ascoltato una tua canzone se non forse...Qualcosa in radio.” “E che problema c'è, Barry? Te le faccio sentire io se ci tieni!” “Beh...Sì, mi piacerebbe!” “Andiamo in camera tua?” “No, meglio la tua, vicino alla mia ci sono troppe orecchie indiscrete.” Io...Lui dovette interpretare male la cosa, perché io ero già preoccupato di essergli amico, cosa avrebbero pensato a vederlo anche entrare in camera mia? Andammo nella sua stanza e prima di imbracciare la chitarra, si girò verso di me che mi ero messo a sedere sul suo letto. “Barachiel, io mi sento in dovere di informarti che sono morto di AIDS.” “Oh cavolo, mi dispiace.” “Non ti importa?” “No beh, a parte esserne dispiaciuto...” Realizzai dal sorriso che mi offrì cosa stesse succedendo e mentre lui si metteva a cantare mi sentii in trappola, non poteva essere, mi convinsi, cercando di ascoltare le canzoni.

Io ero impegnato nel mio girone in quel periodo ma fortuna, cioè, caso volle che Seirim quel giorno passò da me. “Ciao Dispo, hai visto Barachiel di recente?” “No, non lo voglio vedere quello stronzo.” “Perché?” “Perché non è venuto a cercarmi, che domande.” “Che cazzo vuoi che gliene freghi? Lui ha Freddie Mercury ora, ma non temere, Dispater, ci sono ancora io per te e...Dispater?” Non poteva essere vero, dovevo accertarmi di ciò che aveva detto Seirim, non potevo certo accettare che Barachiel facesse il gay davanti a tutti con Freddie Mercury e con me no! Quando riuscii ad entrare in paradiso, temevo fosse troppo tardi, andai dove mi avevano detto che ci fosse la camera di Freddie e sentii lui cantare “Somebody to love”. Aprii leggermente la porta e vidi Barachiel seduto sul letto sorridente. La scelta era ardua, arrabbiarmi, mandarlo al diavolo o unirmi a loro. Ero propenso all'ultima, Freddie è un gran bel pezzo di maschio. “Ecco, vedi, questa l'ho composta stanotte...Pensando a te, Barachiel.” Era pure un falso, cioè, tutti conoscono “Somebody to love”, tranne Barachiel perché ci credette il coglione.

“No, senti Freddie, temo tu abbia frainteso le mie intenzioni io...” Freddie mi mise un dito sulle labbra sorridendo. “Ho capito che tipo sei tu, Barachiel, capisco anche la tua paura di dichiararti, ma non serve, non con me.” Mi baciò, sì, sono stato baciato da Freddie Mercury, mi spinse sdraiato mentre mi baciava, era uno che sapeva cosa voleva insomma, ma all'improvviso si aprì la porta della stanza, sono un pochino morto dentro in quel frangente, ma Dispater entrò rapidissimo prendendo Freddie per un braccio e tirandogli un pugno in faccia. Era talmente rosso in volto che non mi sembrò nemmeno lui. “Dispater ma che fai?! Hai dato un pugno a Freddie Mercury!” “Non me ne fotte niente di chi sia, nessuno ti può baciare!” “Ma...in realtà...” “Nessuno ti può baciare finché non lo dico io, è chiaro?!” Avrei potuto dirgli qualunque cosa in quel momento, ma mi sedetti sul letto dicendo “Sì Dispater, scusa Dispater, non è come pensi.” “Chi ti credi di essere?” “Io sono il Signore dei lussuriosi! Non ha bisogno di te, ci sono già io che sono più che appagante!” “Eppure eccolo in camera mia!” “Ecco a questo proposito...” “Sta zitto, Barachiel!” Mi urlarono in coro. “Ti credi migliore di me, signore dei lussuriosi?!” “Saprei perfino cantare le tue canzoni meglio di te!” L'aveva detta grossa, ne ero certo, eppure Freddie, ridendo, accolse la sfida. “Va bene, ci farà da giudice Levistus e canteremo Bohemian Rhapsody, sarà imparziale perché la musica è sua!” Quella dichiarazione ci sconvolse entrambi, non sembrava difficile da cantare, ma io non me ne intendo. Levistus impallidì quando ci vide arrivare con Freddie, cercò invano di smentire il fatto che una delle canzoni migliori dei Queen fosse sua e Dispater si arrabbiò con lui per non aver rivendicato il patto quando era il momento. In realtà Dispater poi mi sorprese, ha sempre saputo cantare bene, e prendere l'aspetto degli altri, ma non avevo la minima idea che potesse assumere anche le abilità canore degli altri e...Cantò la canzone esattamente come Freddie. “Sì, beh, Dispater, sei stato bravo, ma così sono capaci tutti. Non ci hai messo del tuo, hai solo fatto il cd musicale.” Disse Levistus, Freddie si mise a braccia conserte sinceramente soddisfatto, Dispater lo guardò male.

Spinsi fuori dalla stanza Freddie, non volevo che Levistus ficcanasasse nei fatti miei. “Bene, Freddie, sarai più bravo a cantare, sarai alto, bello e baffuto, ma non avrai mai Barachiel! Prova ad avvicinarti di nuovo a lui e giuro che te le strappo quelle corde vocali che tanto ami, giuro che rinascerai ad una nuova vita da muto!” Tornai dentro alla stanza della musica di Levistus, Freddie era pallido in volto quando lo lasciai. “Ci sono tanti omosessuali qua, Freddie, come me ad esempio.” Seirim sorrise, Freddie sospirò mettendosi una mano sul volto. “Oh non ci posso credere...”

Non so perché Freddie non mi ha più parlato da quel giorno. “Allora Levistus, che hai da dire a tua discolpa? Il rock, davvero?!” “É che...Era un periodo orribile, ho ceduto ad una debolezza!! Non riuscivo più a comporre niente, niente, mi sembrava che tutto fosse stato già fatto! In cerca di ispirazione ho sentito per caso Freddie e ci siamo accordati...Non mi interessa la sua anima perché dopo Bohemian Rhapsody ho riavuto la mia ispirazione!” “Al diavolo Levistus, fai solo guai!” Sbottò Dispater uscendo. “Ma...Che ho fatto?” Io uscii dalla stanza ed abbracciai sinceramente felice Dispater. “Lasciami. Lo sai che non mi piace essere abbracciato.” Non fece alcuna opposizione nel dirlo quindi lo tenni abbracciato a me. “Sai...Mi piacerebbe sentire qualcosa cantato da te...Una cosina piccola va bene!” Dispater sbuffò. “E va bene!”

Epilogo “Ho perso tutto, tutto! E Freddie non mi vuole firmare altro!” Michael piangeva disperato davanti ad Asmodeus. “Oh dai, non è così grave...Ricky Martin non ti piace? Chiediamo a lui quando arriverà qui.” “...Ma cosa c'entra?!” “Beh a me piace Ricky Martin. M chissà chi ti ha rubato tutto...”

Belial contò I soldi che teneva tra le mani soddisfatto. “Mi chiedo chi sia il coglione che ha lasciato incustoditi oggetti firmati da un cantante appena morto. Così va il mondo!”



 
 
 

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Ciao, mi presento!

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Ed eccomi qui, pronta ad annoiarvi con una lunga e soporifera biografia. 

Nacqui nel lontano 1994 lo giorno 26 del mese di aprile. 

No, sto scherzando! A parte sul giorno di nascita, quello dovete ricordarlo perché ci tengo al mio compleanno! 

Semplicemente sono entusiasta di aver finalmente concretizzato questo progetto su cui lavoro, di fatto, da anni, anche se ho iniziato a scrivere il mio libro da molto meno tempo.

Su di me non vi dirò molto proprio perché sono certa che avremo modo di conoscerci un po' sia su facebook che su instagram, insomma, le pagine che servono a questo, e perché no, anche tramite la mia scrittura! 

Voglio però parlarvi del mio progetto, che è la cosa che conta di più, ma il progetto per me. Adhara è un sogno che finalmente sta prendendo vita, grazie anche al grande aiuto di persone che come me ci credono davvero! 

L'unica cosa che sento di aggiungere a questa falsa descrizione dell'autrice è che la cosa più importante quando avrete a che fare sia con il libro in sé che con le storie è che vi divertiate come mi sono divertita io nello scriverle. 

A questo punto, via, che ci fate ancora qui?

Andate a leggere! 

© 2018 Irene Morselli

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