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Rivali?

  • Immagine del redattore: Irene Morselli
    Irene Morselli
  • 17 dic 2018
  • Tempo di lettura: 7 min

Ero appena rientrato nelle mie stanze dopo la serata di Halloween e dopo essere stato con Seirim a Berlino a mangiare un krafen. “Ma Barachiel, sei appena tornato?” Mi chiese Gabriele sorpreso. “Sì, ho fatto after, dormo un’oretta poi esco di nuovo, c’è qualcosa da fare?” “No no, non mi risulta.” Volevo assolutamente andare a vedere come stava Dispater, insomma, era ubriaco duro con appena due cicchetti di assenzio, voleva dire che aveva lo stomaco delicato come un qualsiasi francesino. Hehe. Dilettante. Quando andai da Dispater lo trovai ancora a letto, anche se già sveglio. “Ehi.” “Lo sai vero che non hai bisogno di approfittare di me da ubriaco, cioè, io ci sto sempre.” “Che?” Lo guardai allibito. “Io?!” “Eh, Seirim ha detto che non eri proprio ben intenzionato. A proposito, c’era anche Seirim alla festa ieri? Chi lo ha invitato?” “Cioè non ti ricordi nemmeno cosa sia successo e credi a quel che dice Seirim?” “No, però era per dirti che se ti trovo nel letto non mi sento violato nell’anima.” Non so se fosse un complimento, ma in quel momento stavo decisamente pensando ad altro. “Ma è venuto Seirim?!” “Ha detto che voleva sapere come stavo e mi ha portato dei krafen.” I due krafen che aveva comprato per Lilith e Apollyon erano per Dispater! Mi aveva ingannato con una facilità assurda, non è vero che era solo un suo modo per giocare quello di provarci con Dispater! “Quel bucato mi ha fregato!” Corsi via dalla stanza sotto lo sguardo confuso di Dispater, bussai forte alla porta della zona delle Furie, non mi ero mai sentito così arrabbiato con qualcuno! Mi aprì Lilith, avevo tanto sentito parlare di lei ma non l’avevo mai vista prima. “Ehilà, stavo per incazzarmi perché avevi bussato a quel modo, ma ti perdono tutto!” mi appoggiò le mani sul petto sorridendo, cavolo sapevo cosa significasse quel sorriso, ma le donne non mi sono davvero mai interessate. “Ehm…” “Oh tanto meglio, mi piacciono i timidi, entra caro, entra, che arcangelo sei tu? Oh non importa, mi inventerò un nome se te lo meriterai.” “No io…Starei cercando Seirim.” “Seirim?! Oh…Quanto spreco.” “No io non sono…” “Il suo tipo, quindi ti converrebbe smetterla di illuderti, a carattere dico, si vede che non sei uno sicuro di te né tanto meno deciso, ma contenti voi! In fondo per il sesso non conta il carattere.” “No ma non…” “Lo trovi a Los Angeles, è una villa sulla spiaggia, aspetta che ti dico precisamente.” “Perché Seirim ha una villa sul mare, come se l’è guadagnata?” “Oh come ogni Furia, ha corrotto la mente del venditore convincendolo che lo avesse già pagato.” “Questa non è una cosa carina.” “Perché, credi che facciamo cose carine noi, dolcezza? Che tenero! Non mi addolcire troppo Seirim, mi piace così com’è.” Mi diede uno schiaffo in faccia, penso che lo ritenesse leggero ma mi ha fatto male! E mi disse dove trasportarmi. Capii che parlare con lei era inutile quindi me ne andai subito. Apparii in quella che doveva essere la veranda della villa di Seirim, era davvero bella. Seirim era seduto ad un tavolino che con un computer ed una penna in mano fissava l’orizzonte. Mi avvicinai furioso a lui e poi notai che stava usando una specie di piatto nero per disegnare sul computer. E stava pure disegnando bene la schiena del bagnino, ma comunque io non so tracciare una linea nemmeno apparentemente dritta quindi per me era già un disegno notevole. “Cioè con tutto il paesaggio che hai davanti tu ti metti a disegnare il bagnino?” “Ho fatto anche il paesaggio, vedi queste linee qui?” “Sì ma il bagnino era superfluo.” “Scherzi? È lui che rende fico il disegno. Che ci fai qui, Lele?” “Non chiamarmi Lele, nemmeno Barry, non siamo amici! Tu uomo crudele!” “Wow! Che ho fatto per meritarmi appellativi tanto offensivi?!” Mi stava prendendo in giro, di nuovo! “Io mi volevo approfittare dell’ebbrezza di Dispater!? Beh, ho una notizia per te, non gli sarebbe dispiaciuto trovarmi nel letto, a differenza di trovare te!” Seirim appoggiò la penna sospirando, per poi alzarsi. “Dai, vieni con me, andiamo un po’ in spiaggia.” Si tolse una di quelle sue maglie stupide che indossava sempre, lasciando in veranda anche le infradito ed incamminandosi. Non potevo certo lasciarlo andare senza finire il discorso! Mi tolsi le scarpe seguendolo sulla spiaggia. Ci mettemmo a camminare sul lungo mare, io odio il sale, odio la spiaggia in generale, sono uno da freddo. “Sei l’unica persona che può venire in jeans e maglietta in spiaggia.” “Prima di tutto non era prevista la passeggiata, secondo io sto in spiaggia come mi pare!” “Uh quanta aggressività! Allora Lele, dimmi, davvero tu credi di stare con Dispater?” “Sì! No! Cosa?!” “Lo sai vero che in quella camera entra chiunque, vero?” “Tranne te.” Pensavo di averlo colpito davvero quel giro. Ero già soddisfatto. “Beh ma almeno io non sono cornuto.” Mi aveva colpito lui. “Non si hanno le corna se non si sta insieme.” “Devi deciderti, Lele! Forse è per questo che non state insieme! Perché a Dispater non piacciono le persone indecise, cosa ti angoscia tanto?” “Beh…Non è facile! Ero l’unico uomo in casa, mio padre credeva in me e nel nostro cognome! E poi era bolscevico! Credeva in Lenin! E dopo in Stalin! Odiava Trotskij e…” “Calmati, Barachiel, non ho la minima idea di cosa tu stia dicendo. Anzi, facciamo così, raccontami tutto con calma, eh?” Io…Mi sono davvero sfogato, cioè, sarà che nessuno mi ha mai chiesto nulla di me, sarà che anche Dispater se n’è sempre fregato, ma ho svuotato il sacco sulla mia intera vita in Russia a Seirim e mi sembrava davvero giusto farlo. Abbiamo parlato per una passeggiata lunghissima ed abbiamo continuato a farlo nella sua veranda cenando con del pesce, io odio il pesce ma Cristo mi sono mangiato anche quello tanto ero concentrato. “Quindi, con chi hai avuto la tua prima volta?” “Oh c’era questo ragazzo, i nostri padri erano nello stesso partito, attivisti convinti, e spesso ci vedevamo tutti e quattro perché la politica è roba da uomini. Solo che a me e a Ivan non interessavano per niente e con la scusa di berci qualcosa davanti al camino, o di uscire fuori per discutere di quanto è bello il cielo della Russia comunista, trovavamo sempre il modo di stare insieme. Lui mi ha fatto capire che non era solo un amico e per quanto anormale potesse essere…Volevo davvero bene a Ivan.” “Cioè, Ivan era anormale?” “No, farlo con un uomo!” “Ci hanno messo il punto di massimo piacere nel culo, Barachiel, non può essere più normale di così.” “Sei volgare.” “Dai continua.” “Ah niente, con lui ho fatto tutto, poi mio padre ha iniziato a pensare che uscisse con Iya, la mia sorellina piccola, ed è andato a fare una scenata a casa sua ed una alle mie sorelle. Era talmente arrabbiato che nessuna delle due ha osato negare o ribattere. Ed è così che le mie sorelle hanno scoperto che…Non mi piacciono le donne.” “Cioè quindi non sei mai stato con una donna?” “No.” “Per te la vagina è un oscuro e profondo antro inesplorato.” “Sei volgare. Ma perché, tu sei stato con una donna?” “Io sono stato con Lilith.” “Pure tu?!” “Beh, io sono nato ad Adhara, come Apollyon, così come i Troni sono nati a Gan. Non conoscendo materialmente nessuno al compimento dei miei sedici anni, ma conoscendo la biologia, pensavo che esplorare la mia ardente sessualità con Lilith fosse la cosa giusta. La cosa sbagliata fu che alla fine del sesso le dissi che non mi era piaciuto per niente, lei si offese ed iniziò a picchiarmi. E non ha smesso fino a che non le ho detto che semplicemente mi ispirava di più Apollyon.” “Sei stato anche con Apollyon? Cioè lui è…gradevole.” “È gradevole di aspetto e sgradevole nei modi, non c’è pericolo che si riesca a sedurlo. Un altro po’ di vodka? Come fa a piacerti questa roba?” “Oh ti faccio sentire altri liquori veri, aspetta.” Schioccai le dita facendo comparire tutti i miei alcolici preferiti, ed anche quello che la notte prima aveva stecchito Dispater. “Questo invidio a voi angeli, volete da bere? Basta schioccare le dita.” Fu…Un grave errore, anche se avevo mangiato, anche se la mia soglia di ubriachezza è davvero alta, bermi praticamente da solo tutti quegli alcolici diversi…Fu letale. L’ultima cosa che ricordo della sera nitidamente è un qualche discorso profondo sdraiati in spiaggia a guardare le stelle. Cioè era novembre ma sembrava estate. Poi ho ricordi confusi di letto, coperte, giramenti e nausea. E purtroppo ricordo il risveglio. Mi girai con un dopo sbornia pazzesco nel letto, guardai perplesso Seirim sdraiato su un fianco con addosso…Una canottiera fatta chiaramente per chi aveva il seno e dei pantaloncini a righe molto corti che mi fissava. “Buongiorno, dolcezza.” Lo fissai per poi sollevarmi seduto tirando su il lenzuolo, ero in mutande, nel letto con Seirim! Per la miseria, ero già nel panico. “Perché sei vestito così?! Che cosa abbiamo fatto?! Perché sono in mutande?! Perché mi guardi mentre dormo?!” “A Lilith non piaceva il suo pigiama nuovo e me lo ha regalato a me, e dato quanto eri marcio stanotte ho pensato che fosse il massimo di sensualità che potessi concederti.” “Ti senti sexy, davvero?!” “No, ma originale di sicuro.” “Hai dei piercing sotto la canottiera? È disgustoso.” Mi fece la linguaccia e notai solo in quel momento che aveva un piercing anche sulla lingua. È osceno! Chissà che si prova… “Ti guardo mentre dormi perché sei un fico, nel mio letto, ed io sono già sveglio. E sei in mutande perché ti sei spogliato di tua spontanea volontà urlando che avevi caldo.” “Oh…Oh no…Oh no…Oh no! Non dirmi che lo abbiamo fatto, non posso averlo fatto!” “Infatti, stavamo limonando duro ma poi ti sei messo a frignare come una checca isterica dicendo che non potevi fare questo a Dispater!” “Davvero?!” “Sì.” “In effetti non mi sento come se avessi fatto sesso…Insomma un piercing sul pene non dovrebbe passare indifferente.” “Cioè preferisci sapere di aver frignato invece di aver fatto sesso con me?” “Sì.” “Perché?! Che ho che non va?!” “Ehm…Non ti volevo offendere è che…Non sei Dispater!” “Non sono Dispater e non sono nemmeno in Dispater, che due coglioni, inizia a perseguitarmi! Via, sparisci, dai i calci di notte ed ora ho sonno.” L’avevo offeso e devo dire che mi dispiaceva davvero. Forse però lo avevo giudicato male, insomma non si è approfittato di me, è stato gentile pure ad ascoltarmi. Ero davvero contento, nonostante l’aver saputo di essermelo baciato, e tornai nella mia stanza in Paradiso. Feci la doccia con calma, poi sono andato nella sala comune a vedere se c’era qualche bambino bisognoso che avesse bisogno di me come angelo custode quando all’improvviso mi arrivò una notifica nel cellulare. Era Dispater che diceva: Carino da parte tua, la cosa che mi sorprende è che mi sono perfino presentato! Sai cosa? C’è Seirim qui ed almeno lui non sparisce nel nulla. Ero confuso, non gli avevo scritto niente, non gli avevo nemmeno dato appuntamento, non c’era traccia di messaggi. Subito dopo mi arrivò una foto dal cellulare di Dispater con Seirim che sorridendo mi faceva il dito medio. Io…Carino un cazzo! Gentile un paio di coglioni! Mi alzai dalla poltrona sbattendo il cellulare per terra ed urlando…Oh mi vergogno, perdonatemi per tutta questa volgarità! “PORCO…” Gli altri arcangeli mi guardarono sconvolti.


 
 
 

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Ciao, mi presento!

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Ed eccomi qui, pronta ad annoiarvi con una lunga e soporifera biografia. 

Nacqui nel lontano 1994 lo giorno 26 del mese di aprile. 

No, sto scherzando! A parte sul giorno di nascita, quello dovete ricordarlo perché ci tengo al mio compleanno! 

Semplicemente sono entusiasta di aver finalmente concretizzato questo progetto su cui lavoro, di fatto, da anni, anche se ho iniziato a scrivere il mio libro da molto meno tempo.

Su di me non vi dirò molto proprio perché sono certa che avremo modo di conoscerci un po' sia su facebook che su instagram, insomma, le pagine che servono a questo, e perché no, anche tramite la mia scrittura! 

Voglio però parlarvi del mio progetto, che è la cosa che conta di più, ma il progetto per me. Adhara è un sogno che finalmente sta prendendo vita, grazie anche al grande aiuto di persone che come me ci credono davvero! 

L'unica cosa che sento di aggiungere a questa falsa descrizione dell'autrice è che la cosa più importante quando avrete a che fare sia con il libro in sé che con le storie è che vi divertiate come mi sono divertita io nello scriverle. 

A questo punto, via, che ci fate ancora qui?

Andate a leggere! 

© 2018 Irene Morselli

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