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La festa di Yule (E compleanno Asmodeus)

  • Immagine del redattore: Irene Morselli
    Irene Morselli
  • 23 dic 2018
  • Tempo di lettura: 8 min

C’era un gran trambusto in casa, Samael, il padre di Michael, entrò nella camera dei bambini toccandoli al braccio piano. “Bambini, svegliatevi!” “Che succede, papà?” “Venite con me? Cerchiamo un legno grandissimo!” “Un legno?” Chiesi confuso io strofinandomi gli occhi. “A mezzanotte inizierà il solstizio, bambini, è il giorno di Yule!” Michael scattò in piedi sul letto saltellando eccitatissimo. “Di già? Di già? È tornato Yule??” “Che cos’è Yule?” Mi guardarono entrambi sorpresi, Michael balzò giù dal suo letto arrampicandosi sul mio e afferrandomi al viso. “Ma Deus! Deus ci siamo conosciuti proprio a Yule, l’anno scorso! Ah!! Papà, è un anno che Deus è con noi!” “Oh, è vero!” Samael ci mise una mano sulla testa ad entrambi sorridendo contento. “Beh, dato che non sappiamo quando sei nato, Asmodeus, potremmo celebrare la tua crescita proprio nel giorno di Yule. Come le ore di luce che dopo il 21 hanno il loro splendore, tu crescerai negli anni.” Michael mi abbracciò entusiasta. “Buon compleanno, Asmodeus!”

“Buon solstizio d’inverno a tutti!” Esclamai entusiasta entrando nella sala comune degli arcidiavoli. “Grazie Deus! Anche a te!” Rispose per primo Belfagor tra tutti gli altri che ancora mezzi assonnati facevano colazione. “Buon Natale.” Guardai divertito Belial che stava leggendo le quotazioni di borsa sul giornale. “Natale prende le sue radici dalla nostra festa, Belial.” “Non ha radici pagane se non costruisci uno stupido albero pieno di lucine!” “E buon compleanno, Asmodeus.” Dispater appoggiò sul tavolo una torta. “Oh! Grazie Dispater!” “Sei bestiale, sei peggio di un calendario, ricordi i compleanni di tutti!” Disse sorpreso Levistus toccando con il dito la mia torta. “Ehi!” La spostai verso Belfagor che ci mise direttamente la mano goloso. “Ehi!!” “Scusa…” Mi guardò dispiaciuto anche se a bocca piena. Dispater appoggiò sul tavolo una seconda torta. “Se osate anche solo toccarla vi ficco il mestolo dove non vi batte il sole!” “Allora Asmodeus, stanotte sei stato con Michael?” “Uh, il discorso si fa già interessante. Ti prego dammi i dettagli.” Guardai allibito Dispater che ammiccò appoggiandosi con i gomiti al tavolo. “Come ogni anno, è tradizione! Purtroppo siamo solo noi due da anni e ormai le storie, i balli, li sappiamo tutti a memoria.” Mi sedetti prendendo il coltello e tagliando la torta. “Non sono le stesse emozioni della prima festa che ricordo, è ovvio.” “Non è assurdo però?” Mi chiese Belfagor appoggiando il viso alle mani. “Cosa?” “Il 21 dicembre è il giorno più corto dell’anno, si combatte il buio per tenere lontani i demoni…In pratica tieni lontano i tuoi stessi servitori!” Risi annuendo. “È vero, è vero, ma i demoni di cui i druidi che si riunivano a Stonehenge quella notte, erano fottutamente spaventosi, temibili, pericolosi! E sopra a tutti loro…Tenevamo lontana Lilith.” Mi guardarono tutti sorpresi per poi scoppiare a ridere. “Lilith? Con un fuocherello??” Mi chiese Mefistofele divertito. “Di fatto non si è mai avvicinata però. È vero, nella notte di Yule siamo tutti più forti, ma io preferisco celebrare la tradizione con Michael, come quando eravamo piccoli, è divertente, è importante.” “Ma Deus…Torna a Lilith, ai druidi, torna a quei tempi, Deus!” Mi chiese entusiasta Belfagor.

Durante la giornata del 20, gli uomini del nostro villaggio cercavano il legno, che non fosse troppo bagnato, ma nemmeno troppo secco, le nostre donne preparavano enormi banchetti, intrecciavano corone di vischio e preparavano cesti da portare via. Io e Michael, come altri bambini, seguivamo gli uomini, ma cercavamo piante di tasso, agrifoglio, edera, per il falò che avremmo acceso durante la notte. Le donne ci precedevano a Stonehenge, inginocchiandosi nel cerchio.

“Ma è proprio necessaria Stonehenge?” “Oh no, no, non è mai servita a niente. Ma era un bel punto di ritrovo, e Samael, che era il capo del nostro villaggio, e altri capi, avevano pensato fosse bello festeggiare Yule tutti insieme, come una grande famiglia, e non soli nelle nostre case. Ovviamente lasciavamo protette dalla luce anche le case…C’erano spesso incendi, devo dire.” Ridacchiarono guardandomi. “Come ovvio.” “Beh, anche a Roma non eravate troppo attenti, giusto, Belzebù?” “Va beh, nemmeno nel Medioevo, da Belial lo erano!” “Medioevo?? Ma sarai tu del Medioevo…Che brutto termine!” “Fatemi continuare.”

Le donne ci aspettavano al buio e quando arrivavamo con i rami accesi, iniziava la festa. I nostri capi si avvicinavano nella zona che avevano scelto per posizionare il falò e buttando sui rametti accesi il ceppo dell’anno precedente, dicevano: “Come il vecchio ciocco è consumato, così lo sia anche l'anno vecchio.” ovviamente potete immaginare che non si accendesse molto, e i rametti portati in mano non bastavano, così aggiungevano un ciocco nuovo: “Come il nuovo ciocco è acceso, così inizi il nuovo anno.” Yule rappresenta la fine del buio, la rinascita del sole. In quel momento iniziava la festa, tra le danze, il cibo, ed ovviamente le storie. Noi bambini venivamo chiamati dai druidi dei nostri paesi e tutti insieme ci facevano esprimere un desiderio da appendere al nostro ramo dei desideri. Quella volta, essendo la prima effettiva festa di Yule che facevo, Michael mi permise di usare quello che aveva preparato lui nove giorni prima, e condividemmo un desiderio. Poi, Gavin, il nostro druido, colui che mi diede lezioni per diventare un druido…

“Un druido?? Volevi essere un druido?” Dispater mi guardò divertito appoggiato al tavolo al mio fianco mentre gli passavo una fetta di torta. “Certo, tutti abbiamo i nostri sogni giovanili! Mi piaceva la natura, non ricordavo le mie origini, credevo negli Dei, ero un druido perfetto!”

Gavin iniziava a raccontarci le storie degli dei, la morte del vecchio sole e la rinascita del nuovo, poi la sconfitta del Dio Agrifoglio, re dell’anno calante, sconfitto dal Dio Quercia, re dell’anno crescente… “Anche se i giorni più freddi ancora ci aspettano in agguato, alla luce della nuova alba dovete ricordare che i giorni della primavera torneranno presto, i giorni si allungano e…Beh, potete spostare il coprifuoco!” Ci faceva sempre ridere il vecchio Gavin. “Saggio Gavin, posso una domanda?” Michael alzò la mano, Gavin gli sorrise, sedendosi su una roccia, fumando, sì, fumando! Al tempo! Aveva una specie di pipa intagliata da del legno di quercia e non ho la minima idea di come funzionasse o di cosa ci fumasse dentro, ma aveva un buon odore, come quello del tè. “Michael, non esitare.” “Se il fuoco sacro tiene lontani i demoni in questa notte dove le forze oscure sono più potenti e il mondo dei vivi è terribilmente vicino a quello dei morti, perché Asmodeus può stargli vicino? Non è forse un diavolo?”

“Lo ha palesato così, di fronte a tutti?” Mi chiese sorpreso Mammon. “Oh sì, al tempo non era un segreto, tutti convivevamo serenamente nello stesso villaggio e i nostri poteri erano ben noti. È anche vero che al villaggio molti avevano paura di me, perché non avevano idea di dove venissi o da chi. Ma avevo la protezione di Samael e nessuno mi trattava male, massimo mi evitavano.”

“È una bella domanda, Michael! È molto semplice, il fuoco sacro tiene lontano gli spiriti cattivi, i demoni ed i morti. Ma non i diavoli.” “E se i diavoli sono cattivi?” Chiese una bambina vicino a noi. “Dai diavoli ci possiamo proteggere solo noi, bambini.” “Io non sono cattivo!” Esclamai sorpreso, Michael annuì, come conferma. “Ed è per questo, che sei tra noi, Asmodeus.” Mi accarezzò la testa sorridendomi, poi si sedette di nuovo sul suo masso guardandoci. “Ma bambini, nessun essere sarà mai più maligno di…Lilith.” Sussurrò quel nome come se fosse una terribile minaccia, e non mi sento di dargli tutti i torti nemmeno adesso che la conosco. Gli altri bambini arretrarono pur da seduti, spaventati. “Oh no, no, Gavin, non raccontare di Lilith!” “Chi è Lilith?” “Cos’è, vorrai dire!” Michael afferrò un rametto accendendolo nel falò e tenendolo stretto, guardandosi attorno turbato. “Lilith potrebbe sembrare una donna bellissima, più bella di tutte quelle che abbiamo mai visto! I suoi capelli sono neri come l’oscurità che ti avvolge e strangola indifeso, le labbra rosse come il fuoco, ma quello cattivo, che ti scarnifica fino alle ossa! La sua voce è una promessa sensuale che ti attira…” Gavin notò che eravamo tutti particolarmente terrorizzati, Michael compreso, nonostante stesse raccontando lui, prese il suo rametto in centro a noi. “Lilith è un orrendo mostro che non può avvicinarsi a noi, siamo protetti dagli dei, oggi più che mai, Yule la tiene lontano. Ed oggi è il giorno che più ci interessa non incontrarla…Lilith fa strage di uomini, ingannati dal suo piacevole aspetto e dal suo apparente animo generoso, cadono nella sua trappola e vengono brutalmente uccisi! Lilith rapisce i bambini, da quelli ancora in fasce a quelli più grandi!” “Perché??” Chiesi sconvolto. “Per mangiarli!” Urlò Michael facendo urlare gli altri bimbi del villaggio. “Perché dovrebbe mangiarci??” “Perché è un orribile mostro, non prestavi ascolto?” “E i bambini hanno la carne buona.” Disse uno degli altri bimbi seduto di fronte a noi, Michael annuì fissandomi, scoppiai a ridere spingendolo seduto. “Forse mangerà te perché tu sei ciccio!” “Ehi! Non sono ciccio, sto mettendo le scorte per crescere in altezza!”

“Mi piace come scusa, devo dire, penso che la userò anche io.” “Dispater, tu hai finito di crescere!” “Infatti, io voglio crescere in lunghezza.” “Dispater!” “Eddai!” “Che schifo!”

“Lilith nella notte di Yule diventa più cattiva, più forte e si aggira minacciosa vicino ad ogni villaggio, con ogni aspetto, che sia quello del più tenero degli animali, a quello dei più temibili uomini! È un’anima in pena che cerca disperata il figlio che ha perso.” “Perso?” “Si dice che Lilith abbia generato un figlio e lo abbia perso proprio nella notte di questo giorno, dopo essere stata cacciata dal giardino degli Asfodeli dagli dei onnipotenti, sconvolti dalla malvagità che portava nel cuore! È per questo che rapisce i bambini, per scoprire quale sia il suo.” “E se non sono suoi, li mangia!” “Michael, per favore.” “Ma il cielo ci dona il vischio in tutto il suo potere guaritore, vi proteggerà da ogni male, e vi manterrà sani, permettendovi di crescere forti!” Passò con il vischio, al tempo lo potevano raccogliere solo i druidi perché era una pianta sacra. Toccò la fronte di tutti, ma a me ne donò una foglia che ho ancora in qualche libro. Lì capii che dovevo essere un druido.

“No ma scusa, Lilith ha un figlio?” “Naa, certo che no, conoscendola erano tutte storie con cui cercavano di giustificare la sua follia giovanile!” “Ah ecco, mi sembrava strano!” “Ma davvero rapiva i bambini?” Chiese Belfagor preoccupato. Belial annuì appoggiando le mani al tavolo. “Sì, anche a casa mia a Natale si raccontavano delle storie e il fratello più vecchio di mia madre ci diceva spesso di stare attenti alle donne poiché potevano essere Lilith, e Lilith rapiva i bambini come me ed i miei cugini!” “E perché lo faceva?” Chiese Dispater sarcastico. “Questa storia la conosco anche io.” Esclamò Mefistofele toccandosi i capelli. “A noi raccontavano che li rapiva per renderli i suoi demoni personali!” “I demoni sono bambini?!” Disse Belfagor ancora più spaventato. “Ma no, ma no, sono tutte storie…Praticamente Lilith era l’uomo nero dei nostri tempi!” “Essendo bambini, ci addormentavamo piuttosto presto, dopo balli, cibo, giochi, dopo aver messo una stella d’oro su un grande albero, espresso i nostri desideri, poi ci risvegliavano all’alba per salutare il sorgere del nuovo sole…Ora invece io e Michael rimaniamo svegli direttamente ad aspettarlo. È bella la nostra festa, dovreste partecipare!” “Oh, no, ognuno le sue tradizioni.” “A me piace non fare niente a Natale.” Disse Levistus tranquillo. “Oh io festeggio come facevamo in casa, albero di Natale, presepe…Senza presepe in realtà perché mi annoia mettere tutte quelle statuette e non sono mai stata davvero cristiana.” Disse Swamy sotto la disapprovazione di Belial. “Io devo fare babbo natale, ma i bambini iniziano ad insospettirsi…” Disse Belfagor all’improvviso, ci guardò tutti per poi sorridere con gli occhi più dolci di quelli di un cucciolo di cane. “Qualcuno lo farebbe al posto mio?” Me la scampai quel giorno così come tutti gli anni a seguire perché usai la scusa che la festività di Yule dura fino al 1° Gennaio. Sono un genio. E buona festa di Yule a tutti…E buon compleanno a me!


 
 
 

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Ciao, mi presento!

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Ed eccomi qui, pronta ad annoiarvi con una lunga e soporifera biografia. 

Nacqui nel lontano 1994 lo giorno 26 del mese di aprile. 

No, sto scherzando! A parte sul giorno di nascita, quello dovete ricordarlo perché ci tengo al mio compleanno! 

Semplicemente sono entusiasta di aver finalmente concretizzato questo progetto su cui lavoro, di fatto, da anni, anche se ho iniziato a scrivere il mio libro da molto meno tempo.

Su di me non vi dirò molto proprio perché sono certa che avremo modo di conoscerci un po' sia su facebook che su instagram, insomma, le pagine che servono a questo, e perché no, anche tramite la mia scrittura! 

Voglio però parlarvi del mio progetto, che è la cosa che conta di più, ma il progetto per me. Adhara è un sogno che finalmente sta prendendo vita, grazie anche al grande aiuto di persone che come me ci credono davvero! 

L'unica cosa che sento di aggiungere a questa falsa descrizione dell'autrice è che la cosa più importante quando avrete a che fare sia con il libro in sé che con le storie è che vi divertiate come mi sono divertita io nello scriverle. 

A questo punto, via, che ci fate ancora qui?

Andate a leggere! 

© 2018 Irene Morselli

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