Il diavolo tentatore
- Irene Morselli
- 16 set 2018
- Tempo di lettura: 6 min

Era circa…Beh il 1806, avevo solo vent’anni, giovane, bello e magro, i brufoli non c’erano più, i miei poteri e la mia ingente bellezza stavano crescendo ancora di più, ero il capo indiscusso ed il migliore che il girone dei lussuriosi avesse mai avuto, erano finalmente arrivate entrambe le anime che avevo chiesto ad Asmodeus come pegno quando ho accettato questo ruolo, insomma, ero a dir poco felice. Niente andava male! Ma mentre oziavo bellamente con alcune delle mie diavolette più sexy, al tempo non c’era ancora Blanche, altrimenti nessuna avrebbe retto il suo confronto, arrivò Belial. Io sono sempre contento quando viene da me, però non viene mai come voglio io… Comunque, fu così maleducato da non bussare alla porta, il risultato fu lui scioccato ed io che da allora non la chiudo più per far capire che sono impegnato ma sono tutti invitati. Quando uscii dalla stanza andando nella mia cucina, molto meglio quelle moderne di quelle che avevamo nell’800, sono sincero, Belial era ancora rosso in volto. “Scusa.” “Oh figurati, in realtà avere spettatori è un fetish comune nel sesso, aumenta l’eccitazione e la prestazione perché sai che qualcuno ti sta giudicando.” “No, non credo proprio.” “Fidati!” “Senti Dispater, non sono qui per dirti quali fetish siano giusti o meno, tra l’altro essendo il signore di questo girone dovresti essere estraneo a ciò che punisci, ma non sono qui nemmeno per giudicare il tuo lavoro.” “Strano, sembrava di sì!” “In realtà in effetti sono qui per questo.” “Non sto facendo un buon lavoro?” “Nel girone sì, ma non stai facendo alcun patto.” “Oh, cioè, di solito non sono gli umani che ci chiamano per i patti?” “Certo, ma siamo anche noi a doverli tentare con dei patti.” “Oh! Ma bastava dirlo! Che cazzo di maestro che ho avuto, non mi insegna nemmeno le cose più basilari in quattro anni che sono qui!” “Ehi, come osi?!” “Ok, vado e torno con un fottio di anime, a dopo, ciao bello!” “Dispater ma che pensi di…Dispater?” Me ne andai praticamente subito, avevo tanti assi nella manica per conquistare anime per il mio girone, sedurre donne, sedurre uomini indecisi, sedurre nobili, ma io li odio quelli, far scoprire a certe donne che il sesso è più di un noioso “dovere”, il sesso un dovere, questa è proprio bella! Comunque, alla fine optai per una cosa che mi sembrava ancora più facile! Convincere gente a firmare con la mia abilità di cucina. So sembrare un dolce ragazzino in cerca di ospitalità, quindi sarebbe stato facile accedere ad un convento. Oh certo, un convento! Tante anime tutte in una volta, non amo smazzarmi per i patti, e soprattutto gente che mangia sempre malissimo! Scelsi uno dei conventi che mi stava più antipatico in Francia e tornai nel mio paese solo per quello. Una veste umile, un’espressione avvilita e taanta compassione negli occhi. Scelsi una notte piovosa, fangoso e bagnato avrei fatto pena perfino a Satana in persona. Mi aprì un vecchio frate. “Buonasera, perdonatemi, sono solo e necessito di un tetto ed un pasto al giorno, se voleste darmi la possibilità, in grazia di Dio e…” “No no, noi non ne vogliamo qui.” Mi chiuse la porta in faccia, avrei commosso Satana perché porca puttana ha più cuore di questi qua! “Al diavolo!” Ci ho rinunciato subito a quelli lì perché come minimo avevano un posto assicurato nel girone degli stronzi! Che dovrebbe essere quello che ora appartiene a Levistus. Ah no? Non esiste il girone degli stronzi? Strano, ero convinto che lui fosse l’arcidiavolo perfetto per quel ruolo. In ogni caso lo segnalai a Belial, più avaro di così quel frate non poteva essere. Andai quindi in un altro convento dove venni accolto cambiando presentazione. “Buonasera, in cambio di un tetto preparerò tutti i pasti del convento!” Mi fecero entrare al volo! E mi segregarono in cucina. Una cucina orribile con degli ingredienti ancora peggiori. “Come cazzo si fa a mangiare così, perfino alla locanda servivamo di meglio, ed erano per lo più ingredienti stantii ed andati a male, ce ne vuole!” Mi dissi aprendo ogni mobile per controllare cosa ci fosse. Un sacco di legumi e formaggi, ovunque. “Cosa devo dire che preparate oggi?” Era un giovane che studiava per prendere i voti e diventare frate. O qualunque cosa si faccia per essere frati. Devo dire un giovane piuttosto carino, poteva essere meglio, ma i tempi erano quelli che erano e non andava di moda farsi gli shampoo. “Beh qui ci sono solo patate e legumi vari, quindi…Oh ci sono anche le cipolle, faccio la zuppa di cipolle, tanto non dovete baciare nessuno!” “Come…?” Avevo deciso, sarebbe diventato un mio assistente, sì forse non lo sapete ma li scegliamo noi i nostri assistenti ed io ho sempre scelto bene. E di fatto, Jacques è ancora un validissimo assistente. Oh sì, intendevo assistente nel mio girone, ma lo accolsi come assistente anche in cucina. “E gratin al munster. Patate e formaggio non vi mancano, ma da domani, faccio io la spesa!” “Ok vado a riferire.” “Ma cosa riferisci, stai qui che parliamo di donne.” “Io sono sposato con Dio!” “Quindi sei tu il gay o Dio lo è?” “Cosa?” “Sei tordo, giovane. Molto bene, andremo d’accordo io e te, mi piacciono i vergini da convertire.” Jacques mi guardò ancora più confuso poi preparai la prima cena decente in quel convento. Che dico decente, buona! A cui seguirono molte altre, ora sì che quei frati volevano rimanessi per sempre con loro e avere Jacques in cucina era l’ideale, anche se non sapeva fare niente, perché più velocemente di quanto potessi immaginare gli tirai fuori tutte le frustrazioni sessuali tipiche dell’adolescenza, dai, chi non le ha avute? Le ho avute perfino io, e per motivi che non vi interessano. Lui aveva quelle tipiche della sua età, come dev’essere stare con una donna, non piaccio a nessuno, per questo studio per essere frate bla bla bla. Avevo la cosa ideale per lui e non era la sua mano destra, ma una donna vera. Tornai nel mio girone, presi una delle mie adorate diavolette e convertii per sempre Jacques a ciò che è la lussuria. Infatti firmò senza esitazione il patto con me dopo quella notte, affidandomi per sempre la sua anima. Ora la cosa più difficile era convincere tutti gli altri frati. Una sera mi aiutò a servire al tavolo, diamine non servivo ad un tavolo da quando avevo sedici anni eppure ero ancora bravo. Ma io sono bravo in tutto. Li ammirai mangiare con gioia e passione e poi, alla fine della cena, dopo dieci portate, in due settimane ero riuscito ad aumentare i piatti in tavola e loro non aspettavano altro che il pasto, altro che ora et labora, saltai in piedi sul tavolo. “Fratelli! Voi mi avete dato ospitalità ma io devo partire.” “No!” “Eddai!” “Dispater rimani con noi!” “Ma!” Esclamai io. “Ho ricambiato i vostri favori con del cibo favoloso, non è vero?” “Oh sì!” “Magnifique!” “Non andartene!” “Sapete perché avete apprezzato tanto il mio cibo?” Mi guardarono perplessi. “Perché io sono il diavolo ed io possiedo tutto ciò che è davvero buono e sensazionale!” Dopo solo un attimo di smarrimento…Io e Jacques avevamo convertito un intero convento, convento di cui non vi ho fatto il nome perché in quel secolo è diventato un vero e proprio bordello. Tornai soddisfatto e mi trovai Belial e Agares che mi guardavano male. Agares era al tempo il signore dei golosi, è durato solo pochi altri anni, per fortuna, non che Mammon sia simpatico, ma è meglio di lui. “Beh? Ho fatto il mio lavoro!” “Hai convertito i frati!” “Si vede che non ci credevano abbastanza, Belial!” “Grazie per i patti, mi hai risparmiato un sacco di lavoro.” “Cosa cosa?! Agares li hanno firmati con me i patti!” “Sì, ma il loro peccato è più inerente al mio girone, quindi mi prenderò tutte le loro anime.” Uno stronzo, non mi sorprende che prima della formazione attuale litigassero tutti! “Ma nemmeno per idea, il convento, grazie a Jacques, diventerà un bordello quindi è assolutamente in tema con me!” “Porteremo la questione davanti a Baron!” Non vi starò a dire che la questione è durata dieci fottutissimi anni, ed alla fine ho ovviamente vinto io perché a differenza di quel palestrato bastardo di Agares, avevo qualcosa che a Baron piaceva molto. Cosa? Beh ma è ovvio, uno spiccato talento culinario e la voglia di preparargli tutti i suoi piatti preferiti.
Comments