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Il diavolo muratore

  • Immagine del redattore: Irene Morselli
    Irene Morselli
  • 9 mag 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 25 mag 2018

Dovete sapere che tantissimi ponti in tutto il mondo (Italia compresa!) sembrano essere stati costruiti dal diavolo! Sì, proprio da lui! Tanti poveri muratori che si sono trovati davanti ad un compito gravoso non avevano idea di come portarlo a termine, per questo motivo hanno deciso che tra tutte le entità possibili ed inimmaginabili che potessero contattare, il diavolo era sicuramente la migliore! In fondo a chi non piace fare un bel patto con il diavolo in cambio di un ponte? Fantastico!

Le leggende sono tutte in realtà più o meno simili, ma non per questo meno belle. Tutte narrano appunto, di poveri muratori, architetti o quant’altro disperati, di cittadine bisognose di un ponte, che, rivoltesi al diavolo sono riuscite ad ottenerlo. Ma in cambio di cosa? Facile a dirsi, dell’anima della prima persona che lo avrebbe oltrepassato!

In alcuni casi il diavolo…Ne ha saputa una più di lui stesso, come nel caso del ponte Gobbo, in provincia di Piacenza, al quale il diavolo ha dato una forma irregolare per fare dispetto ai cittadini ed allontanarli dai monasteri, od ancora gli archi (non ponti, ma il concetto è lo stesso) del diavolo, a Salerno, sotto i quali di notte, il diavolo ha deciso di fare il passaggio di dispettosi spiritelli e demoni.

Ma in altri casi, molti a quanto pare, il diavolo…è stato fregato! Se vi hanno intortato la mente con concetti in stile Chocolat, film nel quale il prete ricorda ad un fedele che gli animali non hanno un’anima, dimenticateli! A quanto pare gli animali ce l’hanno eccome un’anima, infatti i cittadini spaventati dal patto fatto, invece di mandarci il muratore che lo aveva stipulato, come sarebbe stato giusto, hanno mandato su quei ponti animali di ogni genere! Cani, gatti, capre, forse anche galline, e perché no? Che hanno le galline che non va? Cos’è questo gallismo che avete?

In ogni caso, se vi trovate nei pressi di uno di questi ponti, non avete nulla da temere, sia perché è una leggenda (Sicuri?) sia perché, in ogni caso, qualcuno ci è già passato e la vostra anima è al sicuro! Buona storia e buone esplorazioni!


Il diavolo muratore


S. Pietro stava intingendo nel vecchio calamaio la sua fedele piuma. L’inchiostro d’oro toccava ogni pagina del suo enorme libro delle anime. Osservò il corridoio solo momentaneamente vuoto lodandosi con se stesso per l’ottimo lavoro svolto.

“Bene, passiamo agli animali!” Esclamò soddisfatto girando una pagina dello stesso libro, alzò gli occhi guardando l’enorme fila. “Oh ma che bel cagnolone abbiamo qui!” Si chinò sul cane accarezzandolo alla testa e sotto al collo, poi guardò sbalordito la destinazione a cui era destinato. “Inferno?? Perché??” cercò velocemente la scheda personale del cane. “Ma sei un piccolo randagio, perché dovresti andare all’inferno? Sei sempre stato buono!” Aggrottò le folte sopracciglia bianche grattandosi la testa sulla leggera calvizie. “Non hai neanche un padrone all’inferno da cui andare, non capisco proprio.” Osservò la lista che aveva sgranando gli occhi dorati. “Come?? Quanti di voi devono andare all’inferno senza motivo??” si passò una mano nella folta barba per poi sbuffare. “Asmodeus!!” chiamò a gran voce. “Asmodeus!!” Chiamò diventando subito paonazzo in volto. L’arcidiavolo gli apparve davanti sorridendo.

“Pietruccio, ma allora mi vuoi bene! Cercarmi con tanta insistenza non è da te!” Pietro gli indicò la fila di animali accuratamente divisa tra inferno e paradiso.

“Che hai combinato?” Asmodeus si toccò il mento con aria assorta.

“Non è colpa mia, a volte gli umani ne sanno proprio una più del diavolo…Una più di me! Eh??”

“Oh per favore, risparmiami…”

“Mi mandano sempre le stesse cose poi, cani, capre, polli! Polli! A me! Asmodeus! Mai che mi mandino un gattino o…O non lo so…Un pinguino! Mi piacciono i pinguini, li adoro! Forse dovrei fare un ponte in Antartide. Ma non so materialmente con chi fare il patto.”

“O forse dovresti fare meglio i tuoi patti!”

“Ehi, io non vengo da te a dirti come fare meglio il tuo lavoro.”

“Invece sì, lo fai continuamente!”

“E mi ringrazi così??” Pietro sbuffò passandosi due dita sugli occhi.

“Asmodeus!” Asmodeus fece apparire un vero e proprio contratto mostrandoglielo con una mano.

“È che queste persone sono sempre più acculturate, leggono le righe piccole, guardano dietro al foglio, cancellano le parti bianche lasciate nel contratto!”

“Ma non puoi scrivere una persona, se proprio ci tieni, invece del primo che passa??”

“Sono tecnicamente obbligato per legge a lasciare la possibilità di aggirare il patto.” Pietro lo guardò malissimo mentre Asmodeus ridacchiava. “Dai, teneteveli! Si ha sempre bisogno di polli!”

“Oh non se ne parla proprio! Sono obbligato per legge a mandare le persone o gli animali nel posto cui sono destinati.”

“Non ribattere con le mie stesse frasi, sii originale!”

“Sai, so esattamente dove mandarli.”

“Bene…Mai un animale originale all’inferno!” Asmodeus sparì, Pietro ridacchiò scrivendo la precisa destinazione di ognuno.

L’arcidiavolo entrò nel suo palazzo sbuffando. “Penso che la smetterò di fare ponti, mi sono proprio stancato di ottenere solo animali, tra l’altro nessuno manda mai i gatti, stupidi umani convinti che ci appartengano già! Ma…” Alzò la testa verso le scale che portavano al piano superiore sentendo abbaiare, belare e perfino chiocciare. Salì le scale di corsa ed aprì la porta del suo salone, guardando allibito tutti gli animali all’interno. “Perfino Pietro ora mi vuole fregare?!” Cacciò un urlo cercando di fare zittire il numeroso gruppo. “Basta ponti!! Per sempre! Mai più un ponte! Non posso averli fatti tutti io questi contratti dai!” Si fece strada fino alla sua poltrona. “Maledizione…Gliela faccio pagare, Pietrino Pietrino…Silenzio! Sto cercando di concentrarmi!”

Vide il portone aprirsi. “Ehi Deus posso…Wow, che è questo bestiame?” Chiese Belfagor guardandosi attorno stupito.

“Cosa vuoi, Belfagor?!”

“Qualcosa per distrarre i piccoli nel limbo e…posso prendermi i tuoi animali?”

“Oh sì! Certo! Vai! Prendili tutti! Io ti adoro diavoletto rosso mio!” Dandogli un bacio sulla fronte, Belfagor scosse la testa stupito ridacchiando.

“Ok ok!” Chiamò gli animali che iniziarono a seguirlo tranquilli.

Asmodeus mise le braccia dietro la schiena sogghignando soddisfatto. “Pietro, Pietro…E dire che dovresti saperlo che alla fine vinco sempre io.”


 
 
 

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Ciao, mi presento!

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Ed eccomi qui, pronta ad annoiarvi con una lunga e soporifera biografia. 

Nacqui nel lontano 1994 lo giorno 26 del mese di aprile. 

No, sto scherzando! A parte sul giorno di nascita, quello dovete ricordarlo perché ci tengo al mio compleanno! 

Semplicemente sono entusiasta di aver finalmente concretizzato questo progetto su cui lavoro, di fatto, da anni, anche se ho iniziato a scrivere il mio libro da molto meno tempo.

Su di me non vi dirò molto proprio perché sono certa che avremo modo di conoscerci un po' sia su facebook che su instagram, insomma, le pagine che servono a questo, e perché no, anche tramite la mia scrittura! 

Voglio però parlarvi del mio progetto, che è la cosa che conta di più, ma il progetto per me. Adhara è un sogno che finalmente sta prendendo vita, grazie anche al grande aiuto di persone che come me ci credono davvero! 

L'unica cosa che sento di aggiungere a questa falsa descrizione dell'autrice è che la cosa più importante quando avrete a che fare sia con il libro in sé che con le storie è che vi divertiate come mi sono divertita io nello scriverle. 

A questo punto, via, che ci fate ancora qui?

Andate a leggere! 

© 2018 Irene Morselli

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