Il diavolo ed i bambini
- Irene Morselli
- 16 set 2018
- Tempo di lettura: 6 min

Come ben sapete ho giurato solennemente di non raccontare mai ciò che ha passato Asmodeus con i bambini nel limbo in quel mese in cui mi sono dovuto assentare. Io ho giurato, ma come insegnano i piccoli, non c’è giuramento che tenga all’incrociare le dita dietro la schiena. Ma non volendo far arrabbiare Asmodeus, vi racconterò questa storia secondo la voce dei bambini, in pratica, anche se parlo io, saranno loro a dire come è andata.
Il diavolo ed i bambini
Stavo per partire per il mio compito di angelo custode…Demone custode, preferisco la definizione di Barachiel, quando trovai Asmodeus davanti alla porta del mio palazzo. “Mi dispiace per aver riso tanto di te, quindi ti offro il mio aiuto!” “Hai risolto la situazione??” Chiesi entusiasta, Asmodeus scosse la testa ridendo. “Ma no, ma no, quella è affar tuo. Ma mi occuperò del Limbo finchè non ci sarai. Il mio girone può stare senza di me, le anime non dipendono certo da una balia come qui.” Mi sarei offeso a morte se non fosse che quella proposta mi sorprese a tal punto da ignorare la cosa. “Ma cosa pensi di poter fare qui?” “Tenere d’occhio i fanciulli, che domande.” “Asmodeus, non è facile, non sei capace.” Mi guardò visibilmente sbalordito, poi scoppiò a ridere mettendosi le mani sui fianchi. “Sarò talmente bravo che rischierai di non trovare più lavoro dopo!” Bene. Molto bene. Sì, ero offeso, ufficialmente. “Ok, non durerai una settimana.” Me ne andai dopo aver salutato i piccoli senza dargli alcuna indicazione, non me le aveva chieste quindi fatti suoi! Ecco! Tutto ciò che racconterò da adesso me lo hanno riferito i bambini. Asmodeus andò nel salone a sedersi sul mio divano accendendo la televisione. Sì, ce l’abbiamo anche all’inferno e sì, prende benissimo! Appoggiò i piedi sul tavolino probabilmente non accorgendosi dei disegni che c’erano sopra. Dopo un po’ però si accorse del piccolo gruppetto di bambini che aveva circondato il divano. Si guardò attorno perplesso. “Beh?” “Chi sei tu?” “Asmodeus, sostituisco Belfagor per un mesetto minimo.” Lo guardarono tutti a bocca aperta. “Asmo…Ado…” “Smodo…” “Amodo?” “Io non lo so dire!” Disse la più giovane di quel gruppetto al tempo, la piccola Amira, quanto mi manca…Oh scusatemi, è che mi affeziono a tutti, ma sono felice che rinascano! “Beh questo non è un problema mio.” “Sei brutto.” “Sei la prima femmina a dirlo.” Rimasero lì a fissarlo, immagino la voce esasperata di Asmodeus, non era certo abituato a tutta quell’attenzione! “Allora?? Che volete?” “Che facciamo??” Chiese Davide spalancando le braccia, lo faceva sempre e ti guardava pure con una espressione esasperata. “Ma che ne so, che fate di solito a quest’ora?” “Giochiamo con il tato!” “Il tato?” “Befafor!” Intervenne di nuovo Amira. “Hai proprio dei seri problemi nel parlare tu, come ti chiami?” “Amira.” “Per una che si chiama Amira non dovrebbe essere difficile pronunciare i nomi altrui.” “Io voglio giocare!” “Sì, anche io!” “E fare merenda!” “Possiamo disegnare??” “No no, facciamo uno spettacolo!” “Io voglio una storia!” “Guardiamo i cartoni!” Asmodeus li guardò sconvolto alzando le mani. “Calma, calma! Mettete su un cartone e guardatevelo!” Occuparono tutto il posto sul divano e sul pavimento mentre altri piccoli portavano tutto il cibo spazzatura che ho in dispensa. I bambini sanno benissimo dov’è la dispensa, ma sanno anche di non essere assolutamente autorizzati ad accedervi. Ovviamente in assenza del gatto i topi ballano. Amira si sedette sulle gambe di Asmodeus. “Ehi ehi ehi, piccoletta, stai violando il mio spazio privato!” “Il tato mi fa sempre stare in braccio quando guardiamo la tv.” “Al tato piaceranno i cartoni, a me no, quindi levati che me ne vado!” Si tolse Amira di dosso scocciato per poi incantarsi sulla televisione. Si sedette di nuovo sul divano fissando lo schermo. I bambini mi hanno detto che a metà film era sul pavimento di fronte allo schermo insieme a loro. Si fecero una maratona talmente lunga di cartoni a causa di Asmodeus che perfino i bambini si stufarono di guardarli. E mentre lui era troppo concentrato a cantare le canzoni Disney, loro decisero che si stavano annoiando e...cambiarono girone! Ed indovinate chi è il mio vicino di girone?? Esatto, proprio lui, Dispater! In pratica è come un bambino che entra in uno strip club di Las Vegas, inaudito, inconcepibile, assurdo e…Ok, scusate, questa cosa mi fa ancora alterare. Le diavolette assatanate di Dispater li videro subito ed i piccoli riuscirono a far sentire sporche perfino loro che ci vivevano così. “Dispater…Chiama Dispater, abbiamo un problema.” Dispater arrivò di corsa e guardò sbalordito i bambini. Loro mi dissero che aveva una bellissima frusta da cow boy in mano. Sì. Esatto. Ho chiesto più volte di far spostare quel dannato girone, non va bene per i piccoli, nessuno mi ascolta! “Ehi, questo posto è vietato ai minori di diciotto anni. Sedici. Facciamo quattordici va.” “Io ne ho dieci!” “Ti sembrano forse quattordici, moccoloso?” i bambini lo ignorarono andando ad esplorare il posto sconosciuto. Devo lodare Dispater perché è corso subito nel mio girone per risolvere la questione. “BELFAGOR! I tuoi lattonzoli sono nel mio girone ad ambire di diventare porcellini!” Si bloccò davanti al salone guardando Asmodeus che in piedi, affiancato da Amira, cantava “All’alba sorgerò.” Di Frozen. “Ma che…Deus?” “No! Mi hai rotto il ritmo!” “Che?” “Che cazzo vuoi?!” Amira si mise le mani sulla bocca. “La parola con la c, la parola con la c!!” Si mise le mani sulle orecchie per non ascoltarli. “I mocciosi di Belfagor sono tutti nel mio girone!” “Che??” Si guardò attorno. “Maledetti! Aiutami a recuperarli!” Inutile dirvi quanto è difficile rincorrere un bambino che non vuole obbedire. Non oso nemmeno immaginare quanto tempo ci misero, poi Dispater ebbe l’idea geniale: fumetti! Purtroppo i fumetti che erano presenti nel girone dei lussuriosi, in poche parole fumetti pornografici giapponesi. Spero solo che nella loro nuova vita non siano stati influenzati da tutti quei disegni osceni. Asmodeus tenne con sé Dispater, pessima, pessima idea! “Vogliamo giocare!” “Ma è notte, a quest’ora i bimbi non dormono??” “Non abbiamo sonno!” “Abbiamo lo zuuuuccherooo!!” “Dispater…Io non so cosa inventarmi.” “Allora…Quando ero piccolo le suore ci lasciavano giocare a guardie e ladri. Possiamo farlo, si stancheranno e dormiranno! Allora piccoli, questo gioco funziona così, qualcuno fa la guardia, gli altri i ladri e le guardie devono catturare i ladri!” I bambini li guardarono a bocca aperta. Poi urlarono tutti insieme: “Catturiamoliiii!!”
Allora, io non sono un totale sprovveduto ed avevo già chiesto alla Contessa di andare ogni tanto a controllare il girone. Non sono sessista, sono un uomo che si occupa di centinaia di bambini con diverse esigenze ogni giorno da solo, non mi sono rivolto a lei solo perché è donna. Ma solo perché in tutto l’inferno è l’unica che abbia un po’ di testa e sappia dettare vera disciplina. Lei mi ha detto che quando è arrivata nel girone per controllare che i piccoli dormissero, trovò Asmodeus e Dispater legati insieme ed abbandonati in mezzo al salone, mentre i bambini dormivano sparpagliati qua e là su coperte, divano, poltrone, il tappeto! “Ma cosa…Che avete combinato?” “Oh Swamy!” Swamy è il vero nome della Contessa. “Swamy non svegliare questi piccoli mostri iperattivi!” “Ma perché siete legati??” “È stata una notte difficile.” Swamy li liberò ridendo per poi prenderli a schiaffi entrambi. “Idioti! Con cosa credete di avere a che fare?! Sono bambini che devono prepararsi ad una nuova vita e cartoni, giochi ambigui e fumetti osceni non sono per loro! Ora li mettete tutti a letto e poi filate a dormire anche voi! Da domani vi terrò davvero d’occhio!”
Fortuna vuole che Barachiel dopo il primo giorno andasse spesso anche nel mio girone a controllare le cose e che Swamy si è fatta subito rispettare da tutti. E che Dispater non ha più messo piede nel Limbo. È stato comunque un mese terribile per Deus, mi ha giurato di non tornare mai più ad occuparsi di bambini. E mi ha distrutto i piccoli! Non riuscivano più a dormire quanto dovevano, mangiavano a caso, non volevano ascoltare! Mi è piaciuta l’esperienza da custode, ma preferisco tener dietro ai miei piccoli da qui.
Oh, piccolo epilogo. Asmodeus non ha condannato tutto il mio girone e tutt’ora potete trovare nel suo armadio, un disegno di Amira dedicato ad: “Asmomeo”
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