Il diavolo e la bambina
- Irene Morselli
- 14 mag 2018
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 25 mag 2018

Il limbo è un girone situato, sì, all’inferno, ma in realtà estraneo ad esso. A moltissimi potrà sembrare un luogo triste, Dante provò a renderlo meno avvilente mettendoci semplicemente i bambini non battezzati e gli eroi precedenti alla nascita di Cristo, ma purtroppo non è così. Il limbo è destinato a tutti i bambini poiché in quella fase della crescita non si possono definire buoni e cattivi. Ed è inutile che veniate a dirmi: “I bimbi sono lo specchio dell’anima”, “Non esistono bimbi cattivi, è colpa dei genitori”, “I bambini sono sempre piccoli angeli!!!”. Davvero signori, vi parlo con il cuore, ed anche se sono di fatto un arcidiavolo vi assicuro che potete fidarvi di me. Sono in una fase in cui ancora nulla è definito e S. Pietro, seguendo il consiglio che ci fu secoli e secoli fa, decise che era meglio dare loro un luogo dove stare tutti insieme per quel poco tempo che rimangono anime. Infatti, forse non lo sapete, ma i bambini sono i primi a rinascere, non rimangono mai molto qui con me. Ci sono rare eccezioni, capita quando i bambini stessi non vogliono avere la loro nuova possibilità di vita o quando il pensiero dei loro parenti in vita è talmente forte da tenerli legati qui. Comunque in ogni caso, una volta che arrivano i suddetti parenti, i bambini sono costretti a salutarmi.
Ora, per rendere meno triste questo luogo voglio dirvi che comunque è un piccolo paese dei balocchi. Non pensate però che possano fare tutto ciò che vogliono, sono severo quando è necessario! Ma viva i colori, i giochi e il divertimento, oh giusto e gli animali e la merenda. Credo veramente di fare la differenza per i piccoli.
Ma prendo il mio ruolo di arcidiavolo seriamente e come tale posso essere evocato! Anche se non lo fa mai nessuno…Nessuno si ricorda di me…Piace a tutti il mio nome, Belfagor, perché incute timore, ma poi si trovano davanti Belzebù, Asmodeus, Belial e fine di Belfagor…Sì, sì, sono un po’ avvilito.
Ma ora voglio raccontarvi di un fatto che mi è successo poco tempo fa, per dimostrarvi che non si scherza con Belfagor, signore del limbo!
Era una giornata come tante, una di quelle di inizio primavera, quando non hai proprio voglia di fare niente e tutto sembra scontato e banale. Io stavo sistemando la grande sala del mio palazzo per far fare la merenda ai bambini, sì, è vero che le anime non mangiano, ma quei piccoli orchetti famelici sono felici già solo di farlo, anche se non sentono davvero la fame. Loro stavano giocando pieni di energia come sempre mentre io mi stavo chiedendo quale storia inventarmi per farli dormire, quando all’improvviso mi sentì bruciare tutto, un calore che mi pervase il corpo fino a concentrarsi nel petto. Era una sensazione praticamente sconosciuta, infatti corsi subito da Dispater, che è il mio vicino di girone, per fortuna non siamo proprio attaccati, non facciamo cose compatibili tra loro.
“Dispater, Dispater!!!! Mi hanno evocato, mi hanno evocato!” Mi guardò sdraiato su quella sua poltrona strana che lo faceva rimanere mezzo sollevato e mezzo stravaccato.
“Ti hanno evocato? Sicuro?”
“Sì sì, mi è arrivata una scossa all’improvviso e la sento tutta concentrata nel petto, sempre più forte!”
“Oh sì, ti hanno proprio evocato! Beh allora che aspetti? Come minimo è una baby sitter disperata!” Si cacciò a ridere, l’idiota, ma non gli diedi troppa attenzione. Chissà quale anima volevano vendermi, chissà in cambio di cosa!
“Oh giusto, voi cosa fate di solito, arrivate trasformati o nella vostra forma umana??”
“Trasformati Belfagor, così capiscono che siamo seri, poi se è una cosa lunga torniamo umani.”
“Grande!”
Ero così eccitato! Una novità, evviva! Magari mi avrebbero chiesto l’immortalità o roba del genere, certo, non sono uno che si lascia fregare facilmente.
La casa da cui mi avevano chiamato era un piccolo appartamento di New York, evviva, la mia città natale! Avendo io tanti impegni è difficile che mi sposti di frequente, infatti New York mi sembrò completamente diversa dai primi anni ’20.
In casa era tutto chiuso, doveva essere uno di quegli svitati che viveva la sua vita tra videogiochi e cartoni animati (Sì cartoni animati, non me ne frega nulla se sono giapponesi!) e non usciva mai al sole. Un modo perfetto di sprecare la vita, coraggio gente, ci sono momenti in cui si può fare, ma negli altri socializzate! Io poi sono un animale da festa, forse è per questo che non capisco certe cose (Ok, non è vero, passo tutte le mie serate a guardare cartoni o leggere libri ai bambini, ma ogni tanto mi piace uscire!). Nel corridoio però si vedeva la luce del sole provenire da una stanza, ci entrai senza esitazione.
Non vi dico cosa mi trovai davanti. Era una camera tutta rosa, con disegni Disney sulle pareti della Bella e la Bestia, la Sirenetta e altri vari cartoni principeschi. Le mensole erano piene di peluche e di…Ooh i my little pony, li adoro! Sono giocattolini sicuri, morbidi, divertenti e graziosi!
Mi sto perdendo, comunque sembrava proprio la camera di una bambina, eppure ero stato evocato da quel punto. Guardai sbalordito un libro di magia sulla sua scrivania, era troppo piccola per certe letture.
“Ehi, ciao!” Mi girai di scatto, era una bambina biondina, con gli occhi chiari e paffutella, stringeva tra le braccia un grosso peluche di Pumba e sorrideva in modo così dolce.
“Ciao!”
“Ma signore, tu hai le ali!”
“Oh sì, io…Sono un diavolo, ma non ti spaventare eh!” Rise vivace, mi chinai davanti a lei facendomi toccare le corna e i capelli rossi.
“Sembri una capretta.”
“Ehi, questo è offensivo!”
“Scusa…” Le misi una mano sulla testa guardandomi attorno. “Tesoro, cosa stavi facendo con quel libro?”
“Me lo ha dato mio fratello dicendo che c’erano le fate! Ma ci sono scritte solo cose difficili e di fate non ne parla! Almeno, non credo…Quindi mi stavo esercitando a leggere.”
Grandioso, la mia prima evocazione dopo anni ed era una bambina che per sbaglio aveva letto chissà quali formule.
“Che ci fai in casa da sola?”
“Mamma e papà sono a lavorare, il mio fratellone doveva portarmi a scuola, ma è venuta la sua ragazza ed è corso via. Mi sa che salterò la scuola, ma oggi dovevamo imparare la tabellina del tre.”
“Oh ma è importante la tabellina del 3! Facciamo così, io mi chiamo Belfagor, io ti accompagno a scuola e tu in cambio mi permetti di punire tuo fratello.”
“Ok, ma non essere cattivo, lo sai come sono i maschi.”
“Ah sì? E come sono?”
“Non lo so, non me lo vogliono dire.” Ridiamo insieme, tornai normale e lei prese il suo zainetto e la mia mano indicandomi la strada della sua scuola. Ci credete? Era le stessa in cui andavo io ai miei tempi!
“Sai che così sei più carino? Sembri un motociclista!”
“Oh grazie tesoro, anche tu sei bellissima. Ok, allora, non raccontare a nessuno questa storia, rimane un nostro piccolo segreto, va bene?”
“Sì!”
“E non provare a chiamarmi di nuovo, in nessun caso, puoi contare su tante persone che hai vicino ora, ok?”
“Sì.”
“Me lo prometti, giurin giurello?” Le porgo il mignolo, me lo prende con un’espressione estremamente seria.
“Promesso!”
“E non giocare mai con cose strane tipo tavole, carte o libri di magia.”
“Va bene!”
Era davvero una brava bambina e, spoiler, non ha rispettato la promessa, perché ora che è grande sta dedicando tutto il suo tempo a studiare arcani, segreti e misteri.
Comunque la storia non è finita, lo so, lo so, sono lunghissimo a raccontare le cose!
Ci sono andato dal fratello, un ragazzetto di 18 anni che stava marinando la scuola per fare porcate con la fidanzata. Beh lo capisco, ma non si pianta in asso la propria sorellina per questo!
“Leon!” Mi ero informato sul suo nome e coglierlo nella mia forma demoniaca proprio mentre era impegnato con la tipa fu divertentissimo. Lui si girò di scatto urlando sconvolto. Oh, inutile dirvi che mi vedeva solo lui in quel momento. La faccia spaventata della fidanzata non aveva prezzo! “Tu mi hai evocato ed ora sono venuto a prendermi la tua anima!”
“No! Non è vero, non ho evocato nessuno io!”
“Non hai forse dato un libro pericoloso a tua sorella? Stai mettendo in dubbio le mie parole?!”
“No io…Credevo fosse una cazzata, mi dispiace, ti prego non prenderti la mia anima!” Iniziò a singhiozzare come un idiota mentre il desiderio della sua fidanzata cadeva precipitosamente verso il basso.
“Leon se è uno scherzo non è divertente!”
“In realtà ho le mani legate, Leo quindi…Aspetta c’è una cosa che si può fare. Se mi giuri che farai il bravo fratello e racconterai tutte le storie che vuole tua sorella, la aiuterai con i compiti, non la lascerai sola in casa e la accompagnerai a scuola, allora forse non prenderò la tua anima.”
“Va bene, va bene, lo giuro, lo giuro!”
“Sappi che se proverai a violare il patto lo saprò subito. Una firmetta qua per favore.” Scrisse tutto tremante e singhiozzando il suo nome.
Ero davvero soddisfatto. Oh no, non mi sono preso la sua anima alla fine, anche se ogni tanto ha fatto il ragazzo della sua età e ha mandato via la sorellina in malo modo, però non l’ha mai più lasciata sola in casa e a me basta.
In ogni caso penso di avervi dimostrato ampiamente quanto io possa essere cattivo ecco.
No?
Attenti a quel che rispondete.
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