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Il demone custode

  • Immagine del redattore: Irene Morselli
    Irene Morselli
  • 25 mag 2018
  • Tempo di lettura: 8 min

È idea comune che esista un angelo custode per ognuno di noi. Che sia vero o meno non posso certo stabilirlo io, ma personalmente adoro pensare che ognuno di noi abbia il suo protettore personale che come una guardia del corpo invisibile evita che tu ti faccia troppo male.

In ogni caso, qui, è ovvio che darò per scontata la loro esistenza.

Gli angeli custodi sono di tre tipi:

- I parenti, coloro che sono morti durante la tua giovane vita da infante o bambino e si sono presi l’impegno di assisterti fino al momento in cui potrai raggiungerli.

- Gli angeli di basso livello che decidono di assumersi questo incarico.

- Barachiel, è l’unico arcangelo che può richiedere di essere anche un angelo custode, ma solo per un periodo di tempo limitato e solo per casi particolari.

Ma oggi Barachiel vuole raccontare di un madornale errore fatto dalla congrega dei saggi e a cui non fu data alcuna soluzione.


Il demone custode


Tocca a me? Posso già parlare?

Ciao a tutti, grazie per l’attenzione che siete pronti a darmi! Inizio subito a raccontarvi di questo curioso fatto di qualche anno fa, non voglio trattenervi a lungo e soprattutto non è mia intenzione annoiarvi.

Dovete sapere che io sono russo, come tale da sempre ho un particolare occhio di riguardo per la mia terra, al tempo in cui sono nato io la geografia della zona era talmente confusa che non so nemmeno se riuscirei a spiegarvela, quindi evito. Ma di fatto tutti quegli staterelli vicino a noi mi sono sempre stati molto cari.

Erano gli anni sessanta del novecento quando mi interessai ad un giovane bambino di S. Pietroburgo. Stava per nascere e già sapevo che avrebbe avuto una infanzia molto difficile, per questo volevo dargli tutto il sostegno che potevo fino a che non lo avrei dovuto lasciare intorno ai suoi dieci anni ad un altro angelo custode.

Andai dai saggi come da prassi richiedendo la possibilità di essere angelo custode, ma la cosa non andò come previsto…

- Vero Belfagor? –

- Già… -

- Forse dovresti raccontarla tu questa parte. –

Sì, giusto, allora, io mi trovavo nel mio girone, come praticamente sempre, al tempo avevo solo 35 anni, come ero giovane! Per quanto fossi già bravo con i bambini, mi stavo ancora abituando ad avere a che fare con così tante anime. Stavo cercando di far capire a Luke perché rubare la palla a Fatima e spingerla a terra fosse una cosa sbagliata, ma quel bambino dispettoso si era messo a piangere cercando di commuovermi…E c’era quasi riuscito…Comunque mi si avvicinò Cristina seguita da un messo angelico, mi strinse al pantalone nascondendosi dietro di me ed io guardai davvero confuso l’angelo.

“Sei l’angelo custode di Nicolai Smirnov, dovrai prendere servizio domani mattina alle 3.00.”

Lo guardai ancora più allibito mentre mi porgeva la lettera, ridacchiai confuso. “Ma in realtà io non sono nemmeno un angelo, non posso essere un custode.”

“Nessun errore, qui c’è scritto chiaramente Beragor.”

“Ma io mi chiamo Belfagor…”

“Quante storie per due lettere! Hai un incarico e va portato a termine.”

Inutile dirvi quanto provai a ribattere senza successo, quel messo sembrava sordo. Ovviamente andai immediatamente da Asmodeus mostrandogli la lettera.

“Ma come angelo custode?”

“Io gliel’ho detto che si sono sbagliati, è sbagliato pure il nome!”

Asmodeus era talmente indignato che appoggiò la mano sulla faccia iniziando a ridere a crepapelle.

“Sei talmente poco diabolico che non sanno più distinguerti!” continuava a ripetere a fatica, strozzandosi con le sue stesse risate.

Avendo capito che non avrei risolto assolutamente nulla parlando con Deus, decisi di andare agli uffici generali che si occupano di queste procedure.

- Lì ci incontrammo per la prima volta in assoluto. –

- Ehi…è vero! –

Io stavo già discutendo con uno degli addetti allo sportello perché non mi era arrivata la notifica che tanto aspettavo, cioè quella di potermi occupare di Nicolai Smirnov, quando arrivò Belfagor cercando di capire con un altro impiegato perché fosse stato scelto come angelo custode lui che era un arcidiavolo.

“Angelo custode? Di chi scusa??”

“Un certo…Nicolai Smirnov! Cioè a me può anche andare bene, ma di solito non mi occupo di queste cose, non so nemmeno cosa faccia un angelo custode! Mi occupo di anime io, non di viventi!”

“Ma per la miseria, non ci credo!” Mi avvicinai a lui guardando la lettera che aveva in mano e mostrava all’impiegato annoiato inutilmente. “Beragor? Cioè, io sono un arcangelo dal 1930 e ancora non sapete che mi chiamo Barachiel? Che cavolo significa Beragor?? Come ti chiami tu?”

“BeLFagor, lf, lf!”

“C’è stato chiaramente un errore, voglio che cambiate immediatamente questo atto!”

“Arcangelo Barachiel, noi possiamo farlo ma ci vorrà almeno un mese…”

“Ma dovete solo cambiare un dannato nome! Un nome! Nicolai nascerà tra qualche ora, non posso aspettare un mese!”

“Non posso fare altrimenti!”

- Barachiel batté i pugni sul bancone con una faccia talmente sconvolta da sembrare comica. Poi lo insultò nel modo più geniale che io abbia mai sentito. –

- Non era un insulto, era un dato di fatto… -

“Lo zar Nicola era più ragionevole di voi!”

Ero davvero arrabbiato in quel momento, è chiaro che lo zar non era affatto più ragionevole di loro anche se…beh non importa.

“Vieni con me tu, non abbiamo tempo!” Afferrai Belfagor per il braccio tirandolo fuori da quel posto terribile, mi scuso ancora, fui particolarmente brutale in quel momento. “Ok, ti dirò cosa deve fare un angelo custode mentre aspetteremo che il mese passi e l’errore corretto.”

“Ma…Chi si occuperà dei piccoli del limbo se manco io per un mese?”

- Se ne occupò Asmodeus per farsi perdonare di avermi deriso fino a quel punto. –

- Ehi, anche quella era una bella storia da raccontare. –

- Purtroppo Deus mi ha fatto giurare solennemente che non l’avrei mai e poi mai raccontata. –

- Andò benissimo. –

- Ceerto, estremamente! –

Allora ci mettemmo in movimento io e Barachiel. La prima regola di un angelo custode era:

1) Esserci sempre, fin dal momento del parto fino ad ogni secondo della sua esistenza.

Una specie di grosso stalker autorizzato! Di fatto alle 3.00 di mattina eravamo in un ospedale di Pietroburgo, entrambi perché Barachiel voleva assistermi il più possibile in quel lavoro così complesso.

Ho visto il primo parto della mia vita ed ho giurato solennemente che non ne avrei mai più visto uno. C’erano urla, sangue, gente che correva di qua e di là, peggio che un film splatter!

- Quasi svenne Belfagor! –

- Avevo chiuso gli occhi solo per non vedere quella roba! –

- è la gioia della vita! –

- Felice di non ricordare il trauma della nascita, altro che la vita. –

Comunque a quell’orrendo esserino grinzoso e rossiccio mi affezionai subito. Lo guardai davvero emozionato mentre il dottore lo teneva per le caviglie come se avesse catturato un grosso pesce e lo faceva piangere con uno schiaffetto. All’improvviso tutti i macchinari della stanza iniziarono a suonare, ero sconvolto, non capivo cosa stesse succedendo in quella stanza dell’orrore!

“La mamma di Nicolai ci lascerà questa mattina.”

“Ma come…Perché?”

“Devi sapere che io scelgo solo casi difficili, per dare loro una speranza. Infatti il mio lavoro nella vita di Nicolai durerà poco.”

“Ma…Hai il potere di curare la gente, fai qualcosa! Ha bisogno di una mamma, fidati di me che non l’ho mai avuta!”

“Non posso curare una cosa simile, Belfagor.”

- Lo sguardo di Belfagor di quella mattina non penso lo dimenticherò mai. –

- Per fortuna eri con me, altrimenti mi sarei incazzato da morire prendendomi l’anima di tutti gli incompetenti in quella stanza. –

Vedere Azrael fu come al solito la parte più difficile, ma la mamma di Nicolai ci sorrise anche se con gli occhi lucidi. “Prendetevi cura di Nico, Dimitri avrà bisogno di tempo.” Esclamò lei prima di prendere la mano all’angelo della morte e sparire con lui.

Io sono abituato a vederlo, Azrael mi porta sempre direttamente le piccole anime, non lascia loro la mano nemmeno un istante durante il viaggio, per evitare di farle perdere, però mi fa sempre un certo effetto.

Scoprimmo che Dimitri era il padre di Nicolai e come previsto non prese affatto bene la notizia. Si portò via suo figlio controvoglia qualche giorno dopo portandolo ad una casetta in quel momento ancora bellissima ma che in pochi giorni si sarebbe ridotta un disastro. Dimitri iniziò a marinare il lavoro, a stare sempre al buio e a bere un sacco. Aveva preso davvero male la morte di sua moglie, non dico che posso capirlo, perché non ho mai amato nessuno a tal punto, ma mi dava la sensazione di sentire davvero la sua pena.

- Ma dato che abbiamo promesso di non farvi rattristire, direi che possiamo sorvolare su questi dettagli. –

- Io ho promesso di non annoiarli, non di non rattristarli! –

Comunque, Belfagor si mise subito a lavoro e capì quanto fosse difficile. Cullarlo quando Dimitri era troppo ubriaco per sentire suo figlio piangere, fare in modo che fosse sempre nutrito adeguatamente.

- Notti e giorni completamente insonni a dover sopportare quell’uomo idiota! –

- La depressione non è idiozia e non è da sottovalutare, Belfagor. –

- Sì, beh, uffa. –

Io andavo a trovarli ogni giorno mentre cercavo di risolvere ancora il pasticcio e capii subito che Belfagor stava facendo un lavoro talmente eccellente che nemmeno il miglior angelo custode sarebbe riuscito a compierlo. In pratica si era anche abituato a dormire mentre muoveva la culla del piccolo con un piede o quando lo aiutava a mangiare, ma sempre vigile, pronto ad alzarsi in ogni momento.

Prima di quanto avessi previsto il padre di Nicolai ebbe la crisi che aspettavo da lui, nervoso perché il piccolo continuava a piangere, iniziò ad urlare di calmarsi a chiedergli cosa volesse, a minacciare di darlo in adozione.

- Ero a dir poco furioso e non capivo perché tu guardavi tutto senza dire niente! –

Infatti stavo già per reagire, avevo spiegato le ali davanti alla culla anche se quell’uomo non poteva vedermi e gli volevo proporre di darmi la sua anima in cambio del bambino, quando Barachiel si chinò nella culla mettendogli dentro una rosa. Una rosa!

A cosa cacchio serviva una rosa in quel momento?

Beh, fu una cosa incredibile. Dimitri venne attirato dal bagliore del fiore e appena appoggiò le mani al bandone della culla iniziò a singhiozzare prendendo in braccio suo figlio con una tale delicatezza che non pensavo ne fosse in grado.

“Timea…Timea…” Continuava a ripetere dondolando il piccolo mentre piangeva. Guardai Barachiel confuso, lui mi sorrise stringendomi alla spalla.

“Non avevi capito che noi eravamo qui per Dimitri e non per Nicolai? Si sarebbe pentito per sempre se avesse dato via il bambino, l’unica cosa che gli rimane di Timea.”

“Ma…E la rosa, che c’entra la rosa?”

“Oh via, quando mai una rosa appare dal nulla in una culla? È un fiore femminile, sai?”

“Stai dicendo…Che pensa davvero che sua moglie abbia messo la rosa per dirgli che stava sbagliando tutto?”

“C’era questa possibilità oppure quella che se ne fregasse. Ti prometto che per Nicolai le cose andranno sempre meglio.”

“Ma…Non posso stare qui con lui?”

“No Bel, mi dispiace.”

Fu davvero difficile salutare quel piccoletto. Ma nei dieci anni successivi in cui Barachiel ha seguito il bambino, io ci sono andato abbastanza spesso ed è stato come Lele mi ha promesso. Sempre meglio per il piccolo Nicolai, per Dimitri e per la sua “nuova mamma”, arrivata ben 8 anni dopo.

- Siamo stati bravi, secondo te? –

- Con Nicolai? Certo! Sei stato bravo tu, Bel, io non ho fatto niente. –

- Ma no, intendo con il raccontare questa storia. Tutti si aspettavano fosse divertente. –

- Ah pazienza, significa solo che la leggeranno meno volte delle altre. –

I rapporti con Belfagor sono rari, di fatto vado da lui solo per informarlo su Nicolai, ma in un altro caso simile farò senz’altro il suo nome per occuparsi di qualcuno.

- Oh no, ti prego, non posso lasciare di nuovo il limbo ad Asmodeus! -


 
 
 

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Ciao, mi presento!

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Ed eccomi qui, pronta ad annoiarvi con una lunga e soporifera biografia. 

Nacqui nel lontano 1994 lo giorno 26 del mese di aprile. 

No, sto scherzando! A parte sul giorno di nascita, quello dovete ricordarlo perché ci tengo al mio compleanno! 

Semplicemente sono entusiasta di aver finalmente concretizzato questo progetto su cui lavoro, di fatto, da anni, anche se ho iniziato a scrivere il mio libro da molto meno tempo.

Su di me non vi dirò molto proprio perché sono certa che avremo modo di conoscerci un po' sia su facebook che su instagram, insomma, le pagine che servono a questo, e perché no, anche tramite la mia scrittura! 

Voglio però parlarvi del mio progetto, che è la cosa che conta di più, ma il progetto per me. Adhara è un sogno che finalmente sta prendendo vita, grazie anche al grande aiuto di persone che come me ci credono davvero! 

L'unica cosa che sento di aggiungere a questa falsa descrizione dell'autrice è che la cosa più importante quando avrete a che fare sia con il libro in sé che con le storie è che vi divertiate come mi sono divertita io nello scriverle. 

A questo punto, via, che ci fate ancora qui?

Andate a leggere! 

© 2018 Irene Morselli

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