Evocazione angelica
- Irene Morselli
- 16 set 2018
- Tempo di lettura: 5 min

Ehi, ciao a tutti! Mi hanno detto: Michael, tocca a te, racconta una storia! E…Beh mi hanno colto di sorpresa perché io non sono un gran narratore e non amo nemmeno parlare molto in pubblico, ammettiamolo…Spero non siano in molti a leggermi perché…Oh cavolo divento rosso solo a pensarci! Tra l’altro la storia che sto per raccontarvi mi fa tutt’ora tanta tenerezza e non so se ho agito bene al tempo… Comunque, doveva essere più o meno il 1700 e qualcosa quando successe. Lavorava in una antica biblioteca un giovane che si annoiava davvero tanto. Si era immaginato la vita tra i numerosi volumi come una grande avventura spettacolare, romanzesca quasi. Un giorno si presentò in quella biblioteca un uomo, a dire del giovane, molto strano, che chiese titoli arcani, oscuri. Il ragazzo scoprì solo in quel momento che esistevano libri di magia, anche se era una abilità che anche al tempo spaventava ancora moltissimo. Allora curioso decise di informarsi ed in pochissimo tempo si credette davvero un guru della demonologia e magia nera. - Ne sai parecchio su quel ragazzo comunque. – - Beh mi ha invitato a prendere un tè, era molto gentile. – Comunque un giorno decise che la sua vita doveva avere una svolta, si era stancato di essere l’addetto di una biblioteca signorile, tra l’altro sistemava solo gli scaffali e riceveva i pochi autorizzati, non dirigeva niente. Pensò di poter diventare un grande mago o cose simili ed allora decise che avrebbe evocato Asmodeus. Si preparò davvero molto bene! Fece un grande disegno in soffitta, illuminato solo da delle candele, si mise perfino un mantello pensando fosse necessario. Scelse il giorno e l’ora e iniziò a recitare formule.
Io in quel momento ero proprio con Asmodeus, stavamo facendo una partita a carte puntando delle noccioline. Non guardatemi così, lo so che il gioco d’azzardo non va bene e crea dipendenza, ma stavamo giocando a noccioline, non a soldi, tra l’altro continuava e continua a vincere Asmodeus. Inizio a sospettare che bari, forse è per questo che nessun altro gioca a carte con lui. “Non sai proprio giocare, guarda chi ha vinto di nuovo?” “Non ci vuole un genio a giocare all’uomo nero, come cavolo fai a non pescarlo mai??” “Sono un maestro, come con ogni gioco! Birretta?” “Ma sì dai, versamene una.” Sentivo come se qualcosa andasse a fuoco, ma in realtà avevo la sensazione che del ghiaccio mi scorresse nelle vene in quel momento, e nel frattempo sudavo. “Asmodeus, sai che la evito la birra?” “Non ti senti bene? Wow Michael, hai i wafi che brillano!” “Ma chi, io?” “Ti stanno evocando e non te ne accorgi nemmeno?” “Mi stanno evocando? Ma che dici, nessuno evoca mai gli angeli!” “Sudi freddo, i tuoi wafi sono luminosi, brilli come il sole ed il medaglione ti sta bruciando il petto. Ti stanno evocando!” “Oh no…Deve essere importante, per chiamare addirittura me…Ma non ho voglia, la strada dell’evocazione è piena di pericoli e anime a metà tra la vita e la morte che mi daranno il tormento!” “Ma non puoi neanche non andarci o quella sensazione non te la toglierai più.” Sbuffai, non pensate male, ma l’evocazione è davvero una sensazione dolorosa e per forza di cose arriviamo tutti scocciati ed arrabbiati. Io cerco sempre di controllarmi anche perché mi succede raramente, quindi a quei pochi che mi chiamano mi dispiace mostrarmi nervoso. “Ok, allora vado.” “Grande, vinco io per abbandono.” “Questo non è giusto, mi devi delle noccioline!” “Dillo all'umano che ti ha chiamato!” Oh, pensavo sì che glielo avrei detto, ma per via dei successivi eventi me ne dimenticai completamente e tutt’ora non ho avuto indietro le mie noccioline. Apparì in mezzo alla stanza buia e non feci nemmeno in tempo a parlare che il ragazzo balzò in piedi urlando di gioia e lasciando cadere il suo ridicolo…ehm, essenziale mantello nero. “Sì! C’è l’ho fatta! Sono davvero bravo! Sìì!! Temevo non arrivasse nessuno! Evviva, evviva!” “Scusami…Mi hai chiamato solo per provare? Lo sai quanto è difficile rispondere ad una chiamata ed arrivare qui inutilmente?!” Devo essergli sembrato arrabbiato, ma la verità è che volevo solo che imparasse che non si fanno certe cose, soprattutto senza un reale bisogno. “No…No io…Sono desolato! Ero esaltato dal momento ma non vi ho invocato per nulla, io voglio stringere un patto con voi, Asmodeus!” Mi sembrava strano che fossi stato evocato, in quel momento mi fu tutto chiaro. Aveva sbagliato formula, perfino disegni, giorno, ora, tutto! Infatti sotto i miei piedi c’era il mio simbolo, non quello di Asmodeus! “Però non sembrate affatto un diavolo, permettetemi.” Ma dai, avevo l’armatura d’oro, le ali bianche, i capelli biondi, certo che sembravo un diavolo! “Ma perché non lo sono.” Si mise a piangere. Letteralmente! Il ragazzo scoppiò in lacrime dicendo cose tipo “Io ho studiato tanto, non posso aver sbagliato! Devi essere Asmodeus, io ho usato questo libro, vedi? Vedi?” Il libro e le formule erano giusti, tuttavia si vede che lo scrivano o chiunque avesse copiato quel testo aveva invertito il mio nome con quello di Asmodeus. Un errore da poco, insomma, abbiamo nomi e ruoli uguali! Però mi stava facendo una pena incredibile quindi…Approfittai della sua crisi isterica per andare nell’altra stanza a cambiarmi. Acquistai le mie sembianze umane, feci comparire degli abiti uguali a quelli che Asmodeus indossava al tempo, mi tirai indietro i capelli come fa lui. Ecco, io non sono un bravo attore, anzi, sono limpido come l’acqua di una sorgente, ma speravo davvero se la bevesse visto quanto ci teneva. Tornai nella stanza e lui mi guardò passandosi una mano sugli occhi. “E va bene, mi hai scoperto, sono Asmodeus in realtà.” “Oh! Oh davvero?? Cioè il tuo aspetto trae un po’ in inganno!” “Lo faccio apposta, ti pare che il diavolo possa mostrarsi serenamente a chiunque lo chiami? Ma tu mi interessi, ragazzo, dimmi che affare avevi in mente!” “Oh…Oh io mi sento portato per l’occulto, la magia, queste cose insomma! Voglio fare qualcosa che c’entri con questo!” Mi stava chiedendo l’impossibile perché io non avevo nemmeno capito cosa volesse. “Perché…Ehm…Non ti butti sulla traduzione di questi libri? Sei bravo nelle lingue mi pare, quel libro è scritto in latino!” “Oh sì, sono uno studioso, io lavoro in biblioteca. Ma non posso fare la differenza!” “Scrivi libri…Ti prometto che avrai un grande successo!” “Libri? Oh è questo il patto?” “Sì! Bravo! Scrivi dei bei libri e sarai ricompensato!” “Se sono brutti ti prendi l’anima?” “Ehm…Certo, funziona così!” “Fantastico! Dove devo firmare??” “Firmare cosa?” “Verba volant…” Aveva ragione, i diavoli se ne vanno sempre in giro con dei contratti ed io non li ho nemmeno mai visti! Quindi ne creai uno casuale con qualche frase in celtico per essere sicuro che non lo capisse. Firmò visibilmente emozionato ed a quel punto mi offrì il tè ed i biscotti per farsi perdonare del viaggio difficoltoso a cui mi aveva costretto. Un caro ragazzo, davvero. - Cioè ti sei vestito come me? – - Eh già…Poverino ci teneva tanto. È diventato perfino un bravo scrittore sul serio. – - Gli hai dato un gran consiglio e non ti sei nemmeno assicurato l’anima! – - Tanto è in paradiso comunque…Oh dovevi vedere la sua faccia quando mi ha visto in paradiso! Però alla fine era davvero contento di non averti venduto l’anima. – - Per fortuna quando me lo hai raccontato a suo tempo, sono andato a distruggerlo quel libro, altrimenti non ci avrei guadagnato più niente! – - Mi devi delle noccioline, Asmodeus. – - Giochiamocele! –
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